Fire&Mermaid

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  1. * Eiríkr-Rauði
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    Fire & Mermaid



    L'ashwinder strisciava svelto ai piedi del proprio padrone, silenzioso e viscido, lasciava alle sue spalle una leggera scia luccicante, piccole fiammelle che indicavano la via, per poi morire soffocate dall'aria.
    Il passo svelto, l'aria imbronciata, era sempre così tenebroso il giovane Serpeverde dalla chioma blu? E pure ormai tutti in quella scuola lo avevan capito, un ragazzaccio dal temperamento burbero e grottesco. Con le mani dentro le tasche e il naso all'inzù calciava violento un ciottolo di pietra mentre passeggiava lungo le rive del Lago Nero.
    Le sue acque erano oscure e chissà quali creature mortali si celavano nei suoi abissi, misteriose e inaspettate. Era vietato a chiunque mettervi piede, perfino Pitone guizzava lontano da quella riva dall'acqua color petrolio. Una enorme cappa di umidità aleggiava sulle sponde del lago, essa rendeva il pietrisco umido, e nonostante il caldo sole primaverile, quell'aria raggelava le ossa e pizzicava la gola.
    Hades indossava una felpa scura con sul petto inciso uno stemma bianco, la felpa pareva aver origini babbane, era spaziosa e il capuccio celava il capo del ragazzo. Non aveva mai freddo e fino a prova contraria non sapeva nemmeno lui perché lo indossasse con tanta non curanza. Si fermò giusto a due passi dalla sponda del lago, un disco nero, l'acqua calma e immobile; nemmeno un'ncrespatura, pareva che il vento non riuscisse a destarla dal suo terribile sonno mortuario, nero come l'oblio.
    Una pietra dopo l'altra, sceglieva quelle piatte e dalle formi discoidali; ne lanciava una dopo l'altra, chissà magar avrebbe preso qualcosa, magari una strana Nessy. In realtà amava osservare come lo specchio nero si increspasse, come quei cerchi si inglobavano fra loro, perfetti. Il sole che splendeva nell'alto cielo pomeridiano non risciva ad attraversare quelle scure sponde, era come se i raggi del sole venissero deflessi da quell'ignoto specchio buio, dal quale pareva inghiottire la luce, senza permetterle di rischiarare le sue acque.
    Abitavano nella mente del giovane ragazzo numerosi pensieri, affollati creavano una nube incontrollabile di paure e insicurezze dalle svariate nature, ma esse avevano un'unica matrice. Lanciò un ultimo sasso con più forza, rimbalzò quattro volte seguito dal tipico suono dell'acqua, per poi morire inghiottito nell'oscurità di quello strano lago. Rimboccò le maniche e tolse il cappuccio, passò le mani fra i capelli, lanciando lo sguardo all'orizzonte. Pitone che si era accucciolata su se stessa per bene tra quattro sassi lo osservava incuriosita, mentre le fiamme avevano creato uno strano cerchi attorno all'Ashwinder. Hades si voltò osservando quella strana creatura, anch'essa di fiamme.
    Le fiamme, le stesse che lo destavano dai suoi studi, dalla sua vita; i M.A.G.O erano stati rinviati a chissà quale mese, e il giovane Serpeverde non vedeva l'ora di andar via. Le sottili labbra bluastre, la pelle di un chiarore cadaverico, quasi mortifero; gli occhi di un debole giallo ocra, sul viso un'espressione plumbea.
     
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  2. = Ariel =
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    Il cielo grigio...le lezioni erano appena finite...le stesse facce le stesse cose la vita a scuola stava diventando molto noiosa l unica cosa positiva che era successa ultimamente era stato l incontro con Rapunzel e l idea della band che entusiasmava ariel ...per il resto le lezioni i compiti i compagni era rimasto tutto uguale. Ariel finita l ultima lezione posò i libri e lo zaino e si avviò in cortile lì c erano molti altri studenti che ridevano ognuno con il proprio gruppetto c erano i secchioni che si ersercitavano con gli incantesimi ...I vip che si pavoneggiavano per quanti soldi avessero e per come erano vestiti....le ochette che ...Bhe il nome dice tutto ...spettegolavano talmente fitte tra loro che sembravano un unica persona....le voci si accavallano l.una sopra l altra tant è che ariel avrebbe voluto fare un grido per cessare quel chiaccherio decise di non fare nulla di ignorare e di lasciarsi dietro tutto quel casino così superò tutti e si diresse verso il lago...unico posto di silenzio in tutta la scuola ed era ovvio essendo vietato e molto pericoloso gli studenti si tenevano alla larga da quel posto .
    Camminava e intanto vedeva il lago avvicinarsi ...poteva vedere le sue acque piane senza nemmeno un onda ...nere senza nemmeno un filo di luce...attorno a quello spettacolo la foresta silenziosa solo qualche verso di animale ogni tanto quel poco che basta per rendere quel posto magico
    Avvicinandosi sempre di più al lago ariel sperava seriamente di poter restare sola così da potersi immergere e rilassarsi ma mentre si avvicina notò una figura. ...sembrava un ragazzo dato l altezza e la stazza indossava una felpa molto larga con un cappuccio che stava tirando dei ciottoli in acqua...questo infastidita ariel vedere le acque così calme venire 'disturbate' da quel gesto ....doveva fermarlo così si avvicinò e quando gli arrivò alle spalle con voce seria "sai che è vietato stare qui? E poi ti pregherei di non tirare nulla nel lago" disse scocciata come se quel lago fosse davvero casa sua ...in effetti lo stava difendendo come se fosse davvero proprietà sua "ti piacerebbe che qualcuno tirasse dei sassi a casa tua?" Continuava a rimproverare il ragazzo poi fece un passo indietro come se aspettasse una sua reazione
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  3. * Eiríkr-Rauði
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    Una voce sottile, una ragazza aveva catturato l'attenzione del giovane Hades, che tirato giù il cappuccio svelò il volto e il capo da prima celato: gli occhi plumbei, sguardo nebuloso, chiarore cadaverico, pelle emaciata, come se gli zigomi potessero perforarla.
    Alzò un sopracciglio con cenno rapido.
    << Casa mia? Non pensavo vivessi in acqua Stone.>> voce cupa, terribilmente seria, sulle labbra nemmeno un accenno di sorriso o stupore per aver incrociato la figura della ragazza, un tempo sua amica.
    Ancora un sasso lanciato con forza, questa volta calò a picco come un orribile relitto.
    << Sei giunta fin qui per farmi la predica?>> chiese voltando lo sguardo sugli enormi occhi azzurri della figura dalla folta chioma rossa; quel rosso, quel terribile rosso gli ricordava quelle fiamme. Caricò il colpo, la prossima pietra da lanciare era abbastanza grossa, dalla forma ellittica e piatta. Puntò la traiettoria con un cenno della mano, e sollevata la pietra fece qualche passo indietro, per prendere il giusto slancio. Inclinò il busto verso destra per poi lanciarla con decisione verso le scure acque. Quel lancio fulmineo venne seguito da una terribile fiammata che scaturì dalla mano di Hades; la pietra si infuoco e rapida come un bolide andò a colpire il pelo dell'acqua, facendo cinque rimbalzi per poi spegnersi e morire nelle acque.
    Il ragazzaccio serpeverde non perdeva un momento per dar prova delle proprie capacità, ma forse quelle fiamme erano l'unico dono di cui non sentiva la necessità di vantarsi. Ariel era l'unica a conoscenza del suo segreto, i compagni della sua casata pensavano che Hades fosse abile ad evocare il fuoco nascondendo la propria bacchetta sottoil manico del maglione, ma si sbagliavano. Ariel era stata l'unica a sfiorare quelle fiamme, senza corrompere la sua pelle.
    No, non si vantava affatto di quel fuoco, se mai prese a pavoneggiarsi del meraviglioso lancio eseguito con successo.
    << Cinque rimbalzi, vuoi provare?>> tese una piccola pietra piatta ad Ariel, che imbronciata stava lì ad osservaro con fare scocciato. Cosa stava facendo di male se non dar sfogo a ciò che reprimeva dentro? Qualcosa che finiva per manifestarsi sotto le forme più banali della vita quotidiana, come un semplice lancio.
    Pitone drizzò il lungo collo strabuzzando gli occhi rossi, aveva sentito l'odore di Ariel e la femmina di Ashwinder, gelosa del proprio mago, si era posta diritta come una mangusta, quasi volesse spaventare la ragazza distante dal serpente di fuoco.
    Hades incrociò gli occhi della ragazza, attendendo una sua risposta, del resto.. a chi avrebbe nuociuto un sasso lanciato in acqua?
    << Hai paura che colpisca i tuoi amici pesci, Stone?>> si liberò in un mezzo sorriso, quasi aspro, quasi dubbioso, per poi distaccare gli occhi ocra da quelli luminosi della ragazza. Lo sguardo venne catturato dall'oblio del lago, e il mezzo sorriso aspro perse vita, lasciando spazio ad un'espressione indifferente. Strinse la mano dalla quale si liberò la potente fiammata nel lancio, non riusciva a sentirne nemmeno il calore, di quanto avesse fatto l'abitudine, ma giurava a se stesso che spesso poteva sentire quel fuoco arderlo vivo.
     
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  4. = Ariel =
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    Ariel stava aspettando la giustificazione del gesto di quel ragazzo quando all improvviso sentì la sua voce....quella voce così seria e così familiare le ricordava qualcuno ma era talmente infastidita che non ci fece tanto caso
    Il ragazzo si tolse il cappuccio per poi voltarsi e fu in quel momento che ariel vide che il ragazzo che pochi secondi fa aveva rimproverato in realtà era hades.
    Per un momento la ragazza rimase immobile come pietrificata nel vederlo erano giorni che non aveva avuto più notizie di lui lo vide solo una volta alla riunione per la partita di quidditch poi non più ...ariel non lo aveva più rivisto ed era tantissimo tempo che non parlava con lui. Sgranó gli occhi incredula poi come se qualcuno la svegliasse da quella catalessi scosse la testa "dovevo immaginarlo che eri tu hades ...no non vivo nell acqua ma sai anche tu che non ci vivono solo pesci qui" disse seria mentre guardava il viso pallido del ragazzo cercò in tutti i modo di reprimere la rabbia che stava crescendo e non per il fatto dei sassi nell acqua ....c era altro dietro ma che ariel non riusciva a capire
    Hades le tese la mano con un sasso e la invitò a gettarlo nel lago come faceva lui ...ariel prese il sasso poi con nonchalance lo gettò alle sue spalle "non mi piace questo gioco" mentre parlava notò la mano di Hades infuocarsi....sapeva che non era un incantesimo ma che era hades stesso a fare questo ...era il temibile segreto del ragazzo che ariel scoprì un giorno per caso ma che giurò di non dire a nessuno e così fece infatti "allora....vai ancora a fuoco eh?!" Quasi rise dopo detta quella frase ...più voleva essere dolce con lui e più trovava tutti i modi per.provocarlo e farlo arrabbiare "com è andato il rapimento?" Che domanda stupida anche ariel si stupì della domanda che li porse ....ariel fissava quegli occhi gialli e quelle labbra viola e fissandole era come se fosse rimbambita di colpo così scosse di nuovo la testa e distolse lo sguardo da lui cercando di riprendere il controllo di sé stessa
     
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  5. * Eiríkr-Rauði
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    La ragazza prese il sasso per poi lanciarlo alle proprie spalle, non aveva voglia di lanciare sassi in acqua, dopo tutto era per quello che Hades era stato rimproverato da lei.
    Il giovane serpeverde sentiva quei grandi occhi azzurri addosso, la ragazza pareva non smettere di fissarlo; era un po stupita di vederlo dopo le cattive esperienze e il lungo periodo di assoluta indifferenza tra i due, vederli scambiarsi frasi era del tutto inusuale.
    Sentì una domanda giocosa, appena un riso sulle rosse labbra della ragazza, quasi a prendersi gioco di lui e della sua folle pecca incandescente.
    Non diede conto a quella battuta di cattivo gusto, bensì altro catturò la sua attenzione, tanto da volgere lo sguardo verso Ariel, osservandola con gli occhi sbarrati: aveva citato il rapimento subito dalla famigerata Ciciarampa, domandando come se nulla fosse. Il ragazzo assottigliò rapido lo sguardo e un'espressione di sdegno affiorò sul suo volto. Strinse i pugni e ruotò il busto verso la ragazza, avanzando minaccioso verso la sua figura.
    << Pensi che mi sia diverito, eh Stone?>> grignò acido, mentre lo sguardo diveniva sempre più cupo e le venature presero a calare sulle mani pallide del ragazzo.
    << Pensi che mi sia fatto un'allegra passeggiata nel bosco affiancato da una pluriomicida? Pensi che mi sia piaciuto essere soffocato da quella dannata?!>> la voce si fece tuonante, un terribile ghigno si formò sulle labbra violastre, mettendo in evidenza i denti. Non riusciva a comprendere che diavolo volesse Ariel da lui, che fosse giunta lì solo per il gusto di prendersi gioco di lui? La rabbia stava ribollendo come dentro un vecchio calderone bollente, gli occhi di Hades si fecero di un giallo intenso, mentre l'iride pareva manifestare strani sintomi, quasi si circondasse di uno strano colore rossastro, misto al giallo ocra.
    Una tempesta di pensieri invase il giovane Prefetto, il terrore passato tra le mani di quella disgustosa creatura, una donna rimpugnante; ancora poteva sentire l'eco stridulo della sua voce nella testa, come se la perforasse proprio come un chiodo fisso, facendo rivivere al ragazzo le paure più orribili.
    La paura che riaffiorò nei suoi ricordi fu proprio quella di venir inghiottito dalle fiamme, dalle sue stesse fiamme e perire a causa loro, distruggendo tutto ciò che incrociasse lungo il suo frenetico e devastante cammino.
    Scosse il capo cacciando il ricordo di quella paura rivissuta, per poi avvicinarsi sempre più al volto della ragazza che pareva aver, con disinteresse, voltato lo sguardo altrove.
    << Ti si è storto il cervello, stupida ragazzina? Come se mi diverta a far scampagnate mortali nei boschi!>> un ultimo rimprovero, poi si allontanò calciando via dei ciottoli sulla riva, lanciandoli a tutta forza verso il margine di quell'oscuro lago.
    Improvvisamente dalle sue spalle presero a formarsi piccole scintille di fuoco, come se Hades si stesse accendendo da un momento all'altro.
    Voltò lo sguardo ancora una volta sulla ragazza, strinse le labbra in un'espressione amara, poi ruotò via gli occhi indignato.
     
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  6. = Ariel =
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    Ariel fissava il lago quando sentì hades giustamente rimproverarla per la domanda che ariel gli fece ...chi mai si sarebbe divertito a essere rapito da una pluriomicida? Chi mai sorriderebbe dopo aver rischiato di perdere la vita? Eppure ariel doveva saperlo bene visto che anche non fu da meno dopo l incontro con la creatura al cimitero ..incontro che aveva lasciato in ariel ancora ferite aperte in tutti i sensi....ariel in quel momento voleva sprofondare dalla vergogna aveva capito di essere nel torto ma siccome aveva la testa dura si limitò a fare spallucce"però sei qui adesso no? Quindi è andato tutto bene" disse sempre mantenendo quel suo nonchalance di prima. Era vero che hades era tornato sano e salvo ma era stata pur sempre un esperienza orribile no? Allora perché sfotterlo così? Perché le parole uscivano dalla bocca della ragazza senza freno? Addirittura nonostante sapesse che stava continuando a sbagliare voltò lo sguardo verso il ragazzo ....uno sguardo stranamente sicuro e arrabbiato come mai aveva avuto prima inoltre notando le venature sulle mano di Hades non ebbe il minimo esitamento....era tranquilla.
    Per fortuna riacquistò un po di lucidità "scusa...." disse sottovoce come una bambina quando si accorge di aver esagerato con la mamma e cerca di evitare la punizione....prese un bel respiro e chiuse un attimo gli occhi stette così per non meno di tre secondi per poi spalancare gli occhi e guardare il ragazzo "un momento! Scusa niente! perché mai dovrei scusarmi con te?" Il volto del ragazzo si avvicinava sempre di più al suo in altre situazioni e con altri individui questa poteva sembrare quasi una scena romantica ....la ragazza arrabbiata con il ragazzo il ragazzo arrabbiata con la ragazza lui si avvicina lei sta ferma ...come poteva andare a finire? Sarebbe sicuramente scoccato un bacio. ...ma quelli erano hades e ariel ovvero l uno l opposto dell altra ...il giorno e la notte....il nero e il bianco eh si era proprio il caso di dire il fuoco e l acqua.
    Di fatti ariel non mostrò il minimo timore quando vide hades avvicinarsi "se ti chiedessi scusa significherebbe che sono dispiaciuta per quello che ti è successo e che ero in pensiero per te .." Ariel iniziò a gesticolare nervosamente era proprio quello l argomento che voleva evitare e invece fu proprio quell argomento di cui andò a parlare
     
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  7. * Eiríkr-Rauði
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    La verità era che Hades non era mai stato bravo a capire le donne, figuriamoci Ariel.
    Aveva assunto atteggiamenti strani, le domande prive di senso e altrettanto offensive, per un tipo permaloso come il prefetto Serpeverde. Hades era infuriato per quell'atteggiamento sfacciato, odiava ricordare quell'orrenda avventura nella foresta proibita, le torture che dovette subire per diversi giorni, legato ad un albero.
    Ma cosa poteva capire una stupida ed ingenua ragazzina come Stone?
    Stringeva i pugni, le frasi di Ariel erano confuse, camuffate forse? Diceva di chieder scusa, ma subito dopo rimangiava le proprie scuse con arroganza, per poi spiegare nervosamente ciò che avrebbero dovuto comportare le sue scuse.
    << Importarti qualcosa? Tsk Stone, piantala.>> ghignò nervoso senza degnarla di uno sguardo. Come poteva Ariel esser in pena per un ragazzaccio come lui? Un ragazzaccio che si era perfino rifiutato di esserle amico. L'atteggiamento duale di Ariel confondeva Hades, non riusciva a capire cosa volesse davvero intendere la ragazza. Perché era nervosa? Perché quelle finte scuse?
    Hades piantò di domandarsi tutti quei perché, dopo tutto a nessuno era mai importato di lui, ne al fratello, un tempo preside di Hogwarts, ne ai suoi genitori. Hades era fatto cosi, cresciuto nel puro egoismo e nell'indifferenza; nella mancanza di empatia.
    << A nessuno importa di come mi senta, ne tantomeno a te, Stone.>> ribatté osservando le nere sponde del lago. L'aria si fece pesante e intrisa di umidità, le piccole fiamme sulle sue spalle si attenuarono per poi scomparire lentamente.
    << Cos'è che vuoi Stone?>> più che una domanda risuonava alle orecchie simile ad una minaccia, come se quasi gli desse fastidio la presenza della ragazza. Non ci voleva molto per irritare Hades J.Black, data la sua indole estremamente permalosa, e quelle domande seguir dagli strani e confusi atteggiamenti di Ariel non fecero altro che mandare su di giri il ragazzo, stufo già della sua presenza.
    I pugni ancora stretti e chiusi, le braccia distese lungo le gambe, la felpa prese a spiegazzarsi, un leggero vento soffiava dal lago, esso increspava leggermente le oscure acque, invano Hades cercò ci intravedere qualcosa in quelle acque. Il colore dei suoi occhi tornò al giallo ocra spento, il pallore cadaverico continuò ad accompagnare il viso emaciato. Voltò piano il capo in direzione della ragazza, incrociando i grandi occhi azzurri di Ariel, che non smetteva di gesticolare nervosa.
     
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  8. = Ariel =
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    Sentì hades e smise subito di gesticolare "non....mi importa di te?" Iniziò ad indietreggiare sempre di più guardandolo fino ad arrivare con i piedi nel lago quella frase fu veramente un colpo al cuore per ariel ...come poteva dire questo dopotutto quello che aveva passato con lui compresi i litigi che per gente normale potevano sembrare sciocchezze ma per ariel era l unico e bizzarro modo di comunicare con hades ...avrebbe preferito litigarci fino allo sfinimento al posto di non vederlo e non parlarci affatto.
    La ragazza voltò immediatamente lo sguardo furioso su di Hades "NON MI IMPORTA EH?!" iniziò ad urlare come una pazza "MA SE SONO L UNICA QUI CHE TI PARLA!! HADES SONO L UNICA CHE CONOSCE IL TUO SEGRETO! SE DAVVERO NON MI IMPORTASSE NULLA DI TE A QUEST ORA LO SAPREBBE TUTTA LA SCUOLA" era furiosa ...Hades poteva dirle tutto ...che era una pazza che era brutta che era una pessima persona ...ma non che non teneva a lui ....le parole uscivano rabbiose e di getto dalla sua bocca "sono quasi morta perché pensavo di non rivederti più! non mangiavo non bevevo non facevo nulla perché MI MANCAVI!" Disse l ultima frase senza paura senza vergogna non ci poteva credere ....stava davvero per rivelare i sentimenti che aveva per lui? "Che cosa voglio?..." abbassò la testa per poi stringere i pugni e fissare le acque nere del lago....nere tanto come le labbra di quel ragazzo che ariel non riusciva a guardare in quel momento "voglio che tu ammetta....che IO....Ariel Stone....sono importante per te" il cuore le batteva a mille se pur lievemente stava sfidando hades ad una gara a chi dice la verità...strana sfida vero ma ariel voleva saperlo non si sarebbe data pace finché hades non avesse risposto a quella domanda ....intanto intorno a loro si era alzato un leggero vento che faceva svolazzare piano la felpa del ragazzo e i capelli della ragazza ....il lago di fronte a loro era nero e nonostante ci fosse un lieve vento le sue acque non si muovevano ...non c era nessuno insieme a loro e non si sentiva il minimo rumore ....alla fine ariel prese coraggio e alzò piano lo sguardo verso hades aspettando che le dicesse qualcosa
     
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  9. * Eiríkr-Rauði
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    La figura della ragazza prese ad indietreggiare attonita, incapace di credere a quelle terribili parole, le stesse che erano appena sfociate come un fiume di veleno dalle labbra sottili e bluastre del ragazzo, indignato dalle precedenti battute della ragazza.
    Arrivò con i piedi sulle sponde del lago nero,le bianche caviglie della ragazza venivano bagnate dalla nere acque; quel gesto catturò l'attenzione di Hades, che rispose acciglia do lo sguardo.
    Una fiumana di parole tuonanti uscirono dalle labbra carnose e rosse di Ariel, era infuriata, infuriata che Hades le avesse detto quelle parole. Era furiosa e non vedeva un palmo dal naso. Hades sgranò appena lo sguardo, non credeva di causare forti emozioni simili alla ragazza, dalla voce alta e tremante. Sembrava essere stufa e terribilmente delusa, e pure tra i due non c'era mai stato un buon rapporto. Non si erano mai detti qualcosa di normale o carino, qualcosa di cortese e gentile, solo atteggiamenti spavaldi e brutti insulti. Hades le aveva fatto passare differenti guai, le aveva anche detto di non voler esser più suo amico. Hades era solito trattar male chi lo circondava, ed Ariel era l'unica che, nonostante il suo cattivo carattere, era rimasta al suo fianco, tanto da custodire il suo segreto.
    E fu proprio in quel momento che Hades realizzò di essere davvero solo, la solitudine non era mai stata una bestia incontrollabile per il ragazzo, dato che perfino suo fratello, per quanto brav'uomo potesse essere, lo aveva lasciato solo; solo proprio come la sua famiglia lo aveva lasciato. Era rimasto in solitudine, mentre le fiamme divoravano le sue interiora e lo soffocavano senza sosta.
    Rimase a guardarla in silenzio, la giovane serpeverde desiderava che il ragazzo accettasse la verità, ma la domanda era più complessa di quanto sembrasse: Ariel gli stava davvero a cuore? Era davvero importante per lui?
    Una nube di cattivi pensieri affollò la mente del ragazzo, che non smetteva di osservare la figura della giovane, ma in realtà non la osservava davvero, stava rimuginando e cercando nella sua mente. Nessuno prima di allora aveva mai posto ad Hades una domanda simile, era assai difficile rispondere dopo tutto?
    Si era mai preoccupato per lei? Il cuore gli era giunto in gola sapendo che Ariel rischiava la vita?
    << Ti mancavo..>> ripeté sottovoce mentre continuava ad osservare la figura della ragazza. Gli occhi di un giallo ocra si posarono su quelli grandi e brillanti di Ariel, mentre il vento le scostava la lunga chioma di capelli rossi, forse aveva compreso dopo tutto, che il suo caratteraccio stava ancora allontanando l'unica persona che gli stava accanto. Aveva custodito il suo segreto fino alla fine, fino alla sua morte, dato il terribile accaduto con Ciciarampa, ad Hogwarts si era sparsa la voce della presunta morte del ragazzo.
    << Che razza di domanda é?>> replicò assottigliando lo sguardo, come se fosse assai difficile rispondere, come se non riusciva a trovare nella sua mente una risposta. Forse perché era così, forse perché non riusciva a trovarla nella mente. Non si vede che con il cuore? Ma Hades non aveva mai visto con il cuore.
    << Ci tieni così tanto? Come fai ad esser sicura che io non ti risponda con una bugia?>> domandò. Qualcosa sul suo volto affiorò, un'espressione diversa, nuova; gli occhi calarono via dallo sguardo della Stone, posandosi sui ciottoli del lago, che avesse paura e incertezze?
    Il fisico del ragazzo si fece rigido, finché decise di darle una risposta.
    << Sei stata leale con me, Stone. Forse l'unica. Hai custodito il mio segreto, e te ne sono debitore. Se fosse così, significherebbe che mi importi.>>
    Le sue labbra non proferirono altro, incrociò ancora lo sguardo di Ariel, serio e immobile.
     
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  10. = Ariel =
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    "Certo che mi mancavi...." Ariel stava arrossendo non sapeva più cosa rispondere la situazione stava diventando davvero imbarazzante per tutti e due ariel era sempre con i piedi nel lago e questo stranamente la tranquillizzava come se le acque la potessero proteggere "mi mancavi tantissimo hades....non sapevo se eri vivo o morto...tutti a scuola si comportavano come se nulla fosse" sringeva i pugni nervosa e arrabbiata a ripensare a tutto quel menefreghismo che vedeva nei giorni passati "tutti che ridevano...e vivevano la loro vita ...come se nulla fosse" digrignava i denti "delle oche avevano persino proposto di cambiare prefetto...tanto tu eri spacciato" prese un sasso e lo lanciò nel lago ..... "inutile dire che quelle ragazze hanno visto molte volte il letto dell infermeria" fece spallucce e si mise a ridacchiare "poi quando sentii che quella pazza aveva ucciso un insegnante e uno studente....Bhe li....crollò davvero tutto..." divenne triste e abbassò lo sguardo a terra "non ce l avrei fatta a sentire dire il tuo nome nella lista delle vittime...." si morse il labbro e distolse lo sguardo dal lago "quando poi invece ti ho visto alla riunione del quidditch.....rimasi talmente shockata che non riuscii nemmeno a parlare" sul suo volto si formò un leggero sorriso "tirai un sospiro di sollievo....ero così felice di vederti addirittura mi ricordo che corsi fino a qui per poi tuffarmi nel lago e scoppiare a piangere per la felicità" sorride al ricordo di quel giorno "forse ero l unica ad essere stata così felice del tuo ritorno.....ma a te non è mai importato...." ridivenne triste e sospirò "non mi hai mai cercata....così non l ho fatto nemmeno io.." fece una pausa fissando la foresta poi tornò a guardare il lago " ci sono rimasta veramente male.." dette un calcetto ad un animaletto che stava andando verso i suoi piedi ovviamente senza fargli male "però tranquillo....ho capito io per te non sono nessuno e non sono importante" storse infantilmente la bocca mentre il battito del cuore aumentava sempre di più...poi lo fissò di nuovo "non girarci intorno....sono importante per te o no?" Lo sguardo stavolta ero serio e deciso non avrebbe accettato una risposta diversa dal si o no
     
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  11. * Eiríkr-Rauði
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    Ariel confessò la sua preoccupazione, stando ancora con le caviglie immerse nell'oscura e gelida acqua del lago.
    Hades stava attonito e in silenzio, osservandola e ascoltando quanto aveva da dire; per ciò che narrò al ragazzo, Hades non si stupì nemmeno un po. Sapeva molto bene quanto venisse odiato all'interno di Hogwarts, perfino i suoi compagni di stanza, al posto di patteggiare per lui confabulano contro di lui. La sua cattiva fama era data dalla sua indole prettamente maligna, da autentico serpeverde, anche se un po troppo permaloso e malvagio rispetto agli altri studenti della sua casata.
    Ariel era stata in pena per lui, gli sguardi bassi e i pugni serrati, distoglieva gli occhi da differenti oggetti di attenzione, calciò una piccola creaturina che guizzava proprio sotto il naso della ragazza: che la collera le avesse dato al testa?
    Rimembrò l'accaduto il giorno della riunione per la partita di Quidditch, Ariel era fuggita via e a quanto stavano i fatti, si era rifugiata nelle acque del lago nero, piangendo e ringraziando quelle lacrime di gioia per aver tratto in salvo la vita del suo apparente amico. Hades incrociò le braccia e corrugò la fronte, ascoltando ancora e ancora, in silenzio; la ragazza pareva essersi arresa all'idea dell'indifferenza di Hades, Ariel sapeva di non essere di particolare improtanza per lui, di non brillare in modo particolare rispetto agli altri ammassi di carne, ovvero gli studenti di Hgwarts. Il giovane Serpeverde sospirò nervoso, come se detestasse l'oggetto di quell'argomento, chissà perchè ma non parlava mai di certe cose, non pensava di certo a chi gli volesse o non gli volesse bene. Sapeva di aver un cattivo carattere e tale era rimasto per anni, solo, seguito da quei pochi che cercavan di entrare nelle seu grazie facendo i tirapiedi, suoi poveri succubi. La ragazza manifestava atteggiamenti duali, dapprima preoccupata, adesso appariva come se poco le importasse, come se già conoscesse la risposta del ragazzo.
    Hades si era un po troppo sbilanciato con le emozioni un momento fa, farle capire e darle una minima e vaga idea che magari Ariel rientrava nei suoi pensieri, ma subito si destò da quell'errore rispondendo fermamente alla ripetuta domanda della ragazza, che non si era accontentata affatto della risposta del giovane.
    << No.>> tono secco, sguardo fisso, penetrava lo sguardo di Ariel, anch'esso serio e deciso.
    << Smettila di insistere con me.>> ribattè Hades con tono cupo e quasi aggressivo. Odiava quell'argomento, odiava tutto ciò che potesse riguardare le emozioni profonde, non era bravo in certe cose, non perchè non riuscisse a provarle, ma perchè era talemnte abituato a camuffarle, a trasmutare l'amore in odio, che l'unica cosa che riusciva a pensare era il no assoluto. Desiderava con tutto se stesso evitare il discorso, lo urtava terribilmente.
    << Contenta adesso, rossa?>> chiese voltando altrove lo sguardo, ponendo alto il viso, osservando al di là del lago le lontane montagne.
     
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  12. = Ariel =
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    "No"

    Un lama trafisse il cuore di ariel....non riusciva a crederci nonostante lei fosse sempre stata accanto a lui nonostante l abbia difeso sempre anche a rischio di prendersi del 'cagnolino' che andava dietro al suo padrone e nonostante fosse davvero l unica persona che ci teneva a lui....ad hades non importava anzi rispose con un tono secco e quasi aggressivo fissando la ragazza che non poté fare altro che spalancare gli occhi e serrare le labbra ....stavolta era la fine davvero...ariel era stanca di provarci tutto questo non valeva la pena ....anche se esteriormente sembrava in forma dentro era distrutta....le aveva provate tutte per essere anche solo amica del ragazzo ma nessuna cosa aveva funzionato.
    Scosse la testa quasi incredula a sentire quelle parole forse hades stava mentendo a se stesso? Forse in qualche modo cercava di proteggerla da se stesso....forse....forse...forse gli asini volano ...coraggio ariel era finita ecco cosa era successo la ragazza indietreggiò sempre di più nel lago immergendosi quasi a mezza gamba "sai che ti dico....basta cosi" alzò le mani in segno di arrendezza "io...io...le ho provate tutte....non ce la faccio più..." ed ecco che gli occhi di ariel si riempirono piano piano di lacrime "vuoi essere un solitario? Vuoi avere tutti contro ...senza avere una persona con cui sfogarti e parlare? Bene fallo...io io...davvero non ne posso più...non ne vale più la pena" scosse la testa guardandolo "da quando sono qui in questa scuola....non hai fatto altro che distruggermi. ..io volevo solo provare ad essere tua amica ma tu non mi permetti nemmeno questo" abbassò la testa guardando le acque "ho custodito il tuo segreto ....ti ho sempre difeso quando attaccavi briga con tutti....ho..ho...sempre pensato che tu fossi solo un ragazzo difficile ma che standoti accanto con il tempo avresti capito che ...io ci sono per te...ma tu non vuoi questo vero?" Alzò lo sguardo verso di lui "per cui basta....basta davvero io...non posso passare la mia vita cercando di rendere migliore la tua! Sono stanca! Do do do e do e tu cosa mi dai in cambio? Un bel e secco no...." si passò una mano sul collo. ..era furiosa ma controllata non urlava ne sbraitava era più una rabbia che veniva da dentro "per cui hai ragione ....non insisteró più con te ...vai vivi la tua vita" iniziò a gesticolare per imitare ciò che stava dicendo "però. ...per favore per favore lasciami vivere la mia in santa pace" le parole di ariel uscivano tremanti dalla sua bocca intorno a loro si alzò un po di vento che fece muovere le acque del lago ....ariel fissò hades negli occhi "CHE ASPETTI? VATTENE SPARISCI DALLA MIA VITA!!!!" ed ecco che una lacrima una sola lacrima cadde in acqua....improvvisamente le acque del lago iniziarono a bollire diventando sempre più calde "ma....cosa?..." Ariel distolse lo sguardo dal ragazzo per poi guardare le acque non capiva cosa stesse succedendo
     
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  13. * Eiríkr-Rauði
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    L'espresione della ragazza si svuotò, divenne piatta e priva della luce della speranza.
    Quasi si riuscì a percepire la rottura del suo piccolo cuore, pochi momenti prima palpitante nella speranza di ricevere un segnale, un sì, che potesse farle capire l'incertezza della decisione di Hades, ma non potè che ricevere solo una risposta secca, distaccata e quasi insensata. Dopo tutte le avventure passate insieme, dopo la scoperta del segreto del giovane ragazzo, e averlo custodito gelosamente, Hades non le disse quel sì, e Ariel non potè che indietreggiare sempre più. Incredula non riusciva a capire, non comprendeva come il ragazzo non provasse alcun sentimento o interesse nei suoi confronti.
    Hades intravide la giovane indietreggiare e calare poco per volta verso le sponde delle oscure acque, che ormai le cingevano le gambe, quasi a inghiottirne la bianca e rossa figura. Lo sguardo di lei era sbigottito, quelle parole dette con una rabbia che nasceva da dentro; non erano urlate, ma moderate, la vera rabbia e la profonda collera proveniva dalle viscere della giovane ragazza.
    Hades posò lo sguardo su Ariel e corrugò la fronte, ne osservò la figura e sussultò quando la vide indietreggiare sempre più verso le acque.
    << Ariel..>> disse cercando di interrompere la ragazza mentre continuava il suo soliloquio, nel tentativo di colpire l'attenzione del ragazzo, di fargli comprendere quanto ci stesse male, quanto aveva fallito con lui. Ariel cercò di far comprendere ad Hades la pateticità della sua condotta.
    << ...Ariel..>> le braccia del ragazzo da prima incrociate di slegarono; tese una mano alla giovane che ormai si trovava immersa nelle acque, soltanto il busto fuori usciva da quel lago oscuro e tetro. Hades osservava le acque con incertezza, sapeva quanto fossero pericolose, e per quanto la ragazza fosse in collera e delusa, non voleva che Ariel commettesse una sciocchezza, non davanti ai suoi occhi e in quella condizione. Levò lo sguardo sul viso della giovane serpeverde, le lacrime le irrigavano le candide goti, ricadevano come petali sulla tetra acqua del lago. Lei gli aveva donato tutto, la sua fiducia e la sua amicizia, voleva essere la sua spalla, e Hades sapeva questo, lo sapeva ahimè molto bene. Rimase con la mano tesa e lo sguardo corrugato, come se fosse in agguato, come se si aspettasse che un qualche maride avrebbe potuto nuocere alla ragazza. Fu in quel momento che Hades comprese davvero Ariel e quelle parole cariche di delusione e amarezza, un "mi dispiace" o un "perdonami" non sarebbe bastato e di certo tali vocaboli non risiedevano nel linguaggio del giovane Serpeverde.
    Un urlo venne cacciato dalla gola della ragazza, in preda alle lacrime e alla disperazione più totale, voleva che andasse via, che sparisse dalla sua vita; forse Hades lo avrebbe fatto, ma non prima di averla tratta fuori da quella trappola mortale.
    Hades rimase attonito come una statua, con la mano tesa verso Ariel; fece qualche passo in avanti, lentamente, ma improvvisamente qualcosa accade: l'acqua in cui era immersa per metà Ariel prese a ribollire energicamente e a farsi stranamente calda.
    Gli enormi occhi ocra del ragazzo sbiadirono di colpo e si spalancarono.
    << Ariel!>> esclamò osservando cosa stesse accadendo, incredulo non riusciva a concepire quale strana magia stesse colpendo quel posto, e soprattutto proprio sotto la figura dell'amica, in preda al terrore.
    << ARIEL!>> cacciò un urlo che risuonava di Lei; si spinse in avanti e le tese la mano, mentre con l'altra cercò in vano la bacchetta nella tasca dei suoi pantaloni.
    COsa stava accadendo?
     
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  14. = Ariel =
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    Le acque attorno alle gambe di ariel stavano diventando sempre più calde e agitate tant è che non si riusciva più a distinguere le gambe della ragazza ...I due ragazzi erano attoniti di fronte a quello spettacolo hades tese la mano davanti ad ariel e la invitava ad uscire da li ...sembrava persino preoccupato per la sua sorte ma ariel non si mosse fissava quelle acque spaventata ma incuriosita. ...migliaia di volta era andata a nuotare nel lago ma non aveva mai visto nulla del genere ...cosa stava accadendo?.
    Ariel alzò lo sguardo verso hades guardò prima la sua mano poi lui "vattene hades ....vattene via" la ragazza non aveva nessuna intenzione di seguire hades ....dopotutto quello che le aveva detto perché mai adesso voleva aiutarla?! Non aveva senso però ariel doveva uscire da li non era sicuro rimanere provò a muovere le gambe ma non riuscì nemmeno ad alzarle. ..era come se qualcuno o qualcosa la trattenesse in acqua "non...riesco a muovermi...perché?" Scosse la testa incredula e preoccupata guardò il ragazzo che era ancora lì e si stava avvicinando a quelle acque "HO DETTO VATTENE HADES" Ariel non sapeva cosa stava succedendo ma non voleva assolutamente che capitasse qualcosa ad hades....
    All improvviso la ragazza fu come trascinata nel fondo sparendo dagli occhi di Hades che stava cercando la sua bacchetta per salvare la ragazza.
    Ariel si ritrovò nel fondo del lago senza ossigeno e con gli occhi spalancati attorno a lei un vortice di acqua la avvolgeva completamente. ...rimase a fondo per un paio di minuti una persona normale sarebbe morta...ad un certo punto il vortice sottomarino sparò ariel in superficie "Co. ...cosa...succede?..." tornata in superficie la ragazza si sentiva strana era sempre in acqua ma stavolta poteva respirare tuttavia qualcosa in lei sembrava essere cambiato ....si toccò la testa e si guardò intorno alla ricerca di Hades attorno a lei il lago si era calmato il vortice era sparito e le acque erano tornate fredde "meglio uscire di qui..." Ariel iniziò a muoversi per arrivare alla riva ma sentiva qualdosa di peso che la fermava ariel abbassò lo sguardo e cacciò un urlo per poi spalancare gli occhi e la bocca. Le sue gambe erano sparite. Al loro posto si era formata una lunga coda di pesce coperta di squame brillanti che si muoveva veloce ed elegante verso la figura del ragazzo "hades....a....aiutami" tese la mano al ragazzo sperando in un suo aiuto e sperando di non averlo spaventato guardava incredula quella coda di colore verde quasi come gli occhi della povera ragazza che non capiva cosa stesse succedendo
     
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13 replies since 29/3/2016, 22:24   75 views
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