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Helga&Shenzi

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  1. Maelstorm
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    Le aveva spedito un gufo, voleva vederla, doveva vederla. Era strano quel bisogno di stare con lei, di vederla e sentirla, di come cambiassero le giornate a solo vederla. Aveva un macigno all’altezza del petto, e poteva parlarne solo con lei. Percorreva il ponte, avanti e indietro, il vento le scompigliava i lunghi capelli dorati, lasciati sciolti, tanto aveva sempre un elastico nel caso le dessero fastidio. Si torturava le unghie, le cuticole, non le mangiava, ma grattava e tirava a causa della tensione. Si mordeva il labbro inferiore, rosso a causa del rossetto, gli occhi chiari venivano spesso oscurati dalle palpebre che calavano per isolarsi maggiormente dal mondo. Si era assicurata che nessuno l’avesse seguita, nemmeno il suo famiglio. Massima discrezione. Aveva indossato la prima cosa che aveva trovato nel baule, una felpa verde militare e pantaloni neri, aderenti e sempre militari, almeno fuori dalle lezioni preferiva non indossare la divisa, si sentiva ancora più osservata e in gabbia, pressata e sotto pressione. Tutta quella faccenda la stava facendo impazzire, Vanessa aveva ragione. Si chiedeva come aveva fatto la Veela fino a quel momento. Scosse la testa dorata, si aggiustò i capelli dietro l’orecchio, tirando su il cappuccio della felpa. Controllò di avere la bacchetta con se, la carne essiccata, che finalmente le avevano mandato via gufo i fratelli. Non la vedendola arrivare, pensava già al peggio. Con il suo isolarsi forse Shenzi si era stancata di lei, di cercarla, di essere se stessa e regalarle il buon umore come solo lei era capace di fare. Non vedendola, lo sconforto dei giorni precedenti si fece nuovamente spazio in lei, portandola a pensieri negativi, poco felici. Si morse l’interno labbro, fino a farlo sanguinare. Si guardava intorno. Nessuno. Nemmeno una folta capigliatura rossa. Si strinse nelle spalle, poggiando le mani sul corrimano del ponte, iniziò a perdersi nel panorama al di sotto.

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  2. =PeterPan=ShenziRidens=
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    Shenzi uscì dalla lezione di Trasfigurazione un poco confusa. Helga, la ragazza per il quale aveva perso ormai la testa, a lezione era piuttosto schiva, pochissimo dialogo, o meglio, meno del solito, non erano abituate a parlare molto in pubblico insieme, il gossip non era la passione di entrambe, e di certo non avevano l'interesse di esser motivo di pettegolezzo dell'intervallo. Già Peter, il suo compagno di casata si impicciava senza malizia del discorso, ma quel ragazzino era talmente ingenuo che non temeva a volte di raccontargli la sua gioia nel pensare alla bella ragazza bionda.
    Dopo la lezione era andata nella torre Corvonero, non aveva davvero niente da fare, stava appoggiata al vetro dell'ampia finestra che dava sul lago e parte della foresta. Aveva appena chiesto a Pan di andargli a recuperare il suo famiglio, Ed chissà dove diavolo si era cacciato. Il ragazzino evidentemente scocciato aveva semi ubbidito, aggiungendo una sua imitazione poco gradita, che costò al giovane una scarpata secca in testa. Non aveva voglia di inseguirlo, specie senza una scarpa, così si sedette di nuovo sulla scalinata che portava ai dormitori, aspettando non sapeva neppure lei cosa, troppi pensieri affollavano la testa della ragazza. Al'improvviso un gufo entrò nella torre, attraverso una finestra lasciata semi aperta, portava una lettera. Shenzi si guardò intorno, non c'era nessuno in quel posto se non lei, prese la lettera incuriosita quanto stupita e quasi le venne un colpo, la prima cosa che vide fu la firma, leggera, elegante, era quella della Serpeverde. Lesse veloce il messaggio, lo infilò in tasca, si mise quasi ribaltando la camera una giacca e un paio di jeans, misto tra un casual e un elegante. Corse quelle scale come se fosse una banale discesa, non ne vedeva neppure gli scalini. Provava un pelo di ansia misto a preoccupazione, tuttavia si era firmata " la tua Helga", quindi magari non era così tragica come pensava. Correva talmente veloce da non vedere neppure dove metteva i piedi, attraversò il cortile, aveva visto Peter con una tassorosso, strano vederlo con una ragazza, iniziava a pensare che fosse gay pure lui. Ancora, attraversò i corridoi facendosi spazio tra la folla, ringraziò il cielo di non soffrire di particolare sudorazione, iniziava ad accaldarsi correndo in quel modo. La Iena era abbastanza veloce per la sua età, era abituata a correre con i cugini nella savana in mezzo alle Gazzelle, tuttavia, rincorrere Helga, sembrava più difficile che rincorrere una Gazzella, per quanto veloce fosse. Finalmente arrivò sul ponte sospeso, lei era già la, aveva una felpa, curiosa scelta, non l'aveva mai vista con una scelta, per quanto riguardava i pantaloni, Shenzi pensava che avesse un baule con decide di pantaloni uguali, tipo quei cartoni che aprivano l'armadio e dentro c'erano centinaia di vestiti identici.
    Raggiunse la ragazza, e una volta alle sue spalle sorrise, cercando di non sembrare tesa.
    "Ehi piccola..." Disse con il fiatone ma senza togliersi il sorriso sulle labbra.
    "Che succede?"
     
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  3. Maelstorm
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    Iniziava a perderci le speranze, lei non sarebbe arrivata forse. Il suo comportamento l’aveva offesa, probabilmente. Forse si era sbagliata su di lei. Strinse il corrimano, le nocche si arrossarono alla stretta, avvertiva il freddo del ferro. Di volare ne aveva il timore, si notava durante le lezioni di volo, ma di lanciarsi nel vuoto, non le sfiorò mai la mente. Qualcuno raggiunse le sue spalle, di corsa. Si voltò piano verso Shenzi, aveva il fiatone e il suo solito sorriso, stranamente, la rincuorò assieme al suo saluto. “Ehi piccola”. Si morse il labbro inferiore, si pettinò i capelli sciolti con la mano sinistra. Da dove iniziare? ” Gradevole la farfalla a trasfigurazione” ma no no! Fu la prima cosa che le sfuggì di mente. L’aveva apprezzata e fatta sorridere, sempre meglio della sua fenice che svolazzò via dalla classe. Scosse la testa e abbassò lo sguardo. ” Ti devo delle scuse, ma soprattutto delle spiegazioni” si torturava il labbro inferiore. I bianchi denti mordevano il labbro piu volte mentre cercava le parole giuste da dire. Era così tesa che quasi non si riconosceva. Era seria, ansiosa e tesa, tutta la sua spavalderia, cinismo svanito in pochi attimi, fuori dalle lezioni, lontano dagli occhi indiscreti, era semplicemente Helga, la mezza Veela spaventata dai suoi istinti, rassicurata da una Veela adulta la stessa notte che ha ridotto uno straccio la professoressa. ”Avrai notato che mi sono assentata, distaccata, dissociata e allontanata da tutti e tutto… anche da te… “ le mani iniziarono a gesticolare, nervose, si abbassavano, univano, lasciavano, le dita si intrecciavano. Un po come gli occhi chiari e limpidi, si alzavano, abbassavano, si guardavano attorno, il panorama alle spalle di Shenzi e Shenzi stessa. Non aveva il coraggio, le tremava vano le gambe. Com’era possibile? “Che succede?” Succede che sono un mostro, le avrebbe detto. Che ha bisogno di energia altrui per non finire di mandare in ospedale qualcun altro, avrebbe aggiunto. Ma no, schiuse le labbra ma non le uscì niente, non sapeva dove iniziare. Il macigno in petto si faceva sempre piu grande, sempre piu pesante e le toglieva maggiormente il respiro. La guardò negli occhi, per un tempo lungo, incredibilmente lungo, abbastanza da farle abbassare lo sguardo. ” Se io fossi un vampiro.. e per tenermi stabile avessi bisogno di sangue… in piccole dosi, impercettibili… Tu… Tu ti lasceresti mordere da me?” le chiese deviando lo sguardo, il tono di voce tenue, di chi si vergognava ed era imbarazzato, per non dire impaurito da tutta quella faccenda. Portò in avanti le mani, in segno di resa, mostrando i palmi, bianchi, di chi ha sempre lavorato e si era sporcata le mani, come i babbani. ” Non sono una vampira! Sia chiaro… Sono … Ecco… io sono…” premette le labbra tra di loro, sguardo che si alternò nuovamente dal volto di Shenzi alla superficie dove camminano, sospese in aria. Non sapeva davvero come dirlo per non spaventarla, consapevole già che come aveva iniziato, poteva averla allarmata. E avrebbe fatto bene a scappare, come le gazzelle rincorse dai leoni e iene.

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  4. =PeterPan=ShenziRidens=
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    Shenzi notò subito il velo di tristezza e di tensione nella Serpeverde, qualcosa la turbava, già a lezione lo aveva notato. Non sapeva a cosa prepararsi, per un attimo pensò che gli parlasse di loro due, di finirla li, non sarebbe stata la prima volta nella sua vita. Le labbra serrate nascondevano un piccolo vizio di Shenzi, sgranava i denti, quando era nervosa le veniva una mania terribile. La bella soldatessa gradì la farfalla che le era uscita a Trasfigurazione, quella farfalla che le era venuta per istinto, pensando a lei, che aveva svolazzato per qualche secondo intorno alla sua chioma dorata per poi incendiarsi delicatamente. Provò un terribile senso di liberazione, temeva di aver fatto una figuraccia, ma questo non calmò la più grande paura della Corvonero...
    Iniziò a chiederle scusa per il suo comportamento, la Iena ne rimase colpita, non se lo aspettava, specialmente perchè pensava al peggio, allora cos'altro poteva essere? Forse i genitori l'avevano chiamata? Doveva lasciare la scuola? Poi quello strano discorso...
    Vampiri.....e cosa cosa c'entravano quelle creature? Le stava per chiedere qualcosa, era evidente, le stava chiedendo del sangue? Bhe...con tutta la carne rossa che mangiava ne aveva da vendere, e darlo a lei che era così pallida, forse forse...
    Le stava nascondendo qualcosa, intenta a confessarglielo, doveva esser qualcosa di grosso, helga non era il tipo da preoccuparsi delle piccole cose. Si mordeva le labbra, guardava altrove poi ancora incrociava il suo sguardo per perdersi di nuovo in chissà quali pensieri.
    Shenzi inclinò la testa, era nervosa, ma quanto era bella accidenti...
    <<” Non sono una vampira! Sia chiaro… Sono … Ecco… io sono…”>> Non aveva il coraggio di parlare... questo fece abbassare lo sguardo alla Corvonero che deglutendo gli prese le mani pallide come la luna.
    "Ehi, senti...puoi fidarti di me." Il suo sguardo si fece serio, aveva così voglia di dirle cosa provava per lei, ma il sentimento doveva rimanere represso in gola, come un boccone storto, non era quello il momento adatto.
    "Non mi interessa se sei un Vampiro o un Dissennatore o una pianta di fichi. " Sorrise lievemente, stava cercando di rasserenarla, di fargli capire che non parlava con una persona qualsiasi, che lei ci sarebbe sempre stata.
    "Certo che se tu fossi un Vampiro...proverei terribile la pena di vederti eternamente bella mentre io mi raggrinzisco come una foglia secca." Cercò di farle un complimento per spezzare la tensione. Incrociò quegli enormi occhi acquamarina, così diversi dai suoi...la pelle così chiara, morbida, come una bambola di porcellana, così diversa dalla sua. Poi quei lineamenti, i capelli, aria da dura che come uno scudo proteggeva quello che Shenzi era intenzionata a raggiungere, il suo cuore.
    "Dai rilassati su..." Tenendole le mani le diede una una piccola scossa per cercare di farle stendere i nervi. Le sorrise, niente l'avrebbe allontanata da lei, neppure se si fosse trasformata in un leone puzzolente.
     
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  5. Maelstorm
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    Impallidì quando la iena le prese le mani, alzò fulminea gli occhi chiari da terra per guardare il volto di Shenzi. “Ehi, senti.. puoi fidarti di me” Incontrò il suo sguardo, così selvaggio ma in quel momento serio e sincero. “"Non mi interessa se sei un Vampiro o un Dissennatore o una pianta di fichi.” Sorrise, ed Helga sorrise di rimando, bagnandosi il labbro inferiore. Al complimento, soffocò una mezza risata, divertita. Scosse la testa guardandola, leggermente più sicura” Oh, Shenzi” rise un po prima di sospirare profondamente. Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Contò fino a tre mentalmente e sputò il rospo. ” Sono una mezza Veela. “ la guardò negli occhi stringendole le mani, come a voler capire se avesse idea di cosa fosse, del pericolo che potesse correre al suo fianco. Sorrise, non si pentiva di averla difesa contro un Serpeverde, ne andava fiera invece. Tentò di rilassarsi, di guardarla negli occhi come faceva prima, con decisione e senza paura di ferirla, romperla, deluderla. Deglutì a fatica.” Con i vampiri ho ben poco a che fare… Ho solo lo stesso principio di nutrimento. Devo ferire e mordere qualcuno per trarne nutrimento. E non dal sangue, ma dalle energie stesse… Spiegò guardandola, preoccupata per lei. ” Se sono affamata, arrabbiata… rischio che i miei istinti predomino.. e potrei ferire gravemente qualcuno… Senza ucciderlo, ma quasi.” le spiegava con calma, assicurandosi che la iena fosse lucida e stesse comprendendo. ” Shenzi… non è solo un segreto questo… ma devi anche stare attenta a me… Scappa ora se ti spavento… Ma io avrò bisogno di quel tipo di nutrimento, anche di quello… E non vorrei farti del male… ammise infine. Quando si rese conto dell’ammissione, sgranò gli occhi e deviò lo sguardo, premendo tra loro le labbra, con forza. Doveva misurare bene le parole, stava facendo confusione da sola, mischiando due cose, una più confusionaria dell’altra.
     
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  6. =PeterPan=ShenziRidens=
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    Finalmente riuscì a farla ridere. Si perse nell'oceano dei suoi occhi, e rimase abbagliata da quelle perle messe in fila, perfettamente allineate. Ancora esitazione, poi la verità, era una mezza Veela.
    Shenzi ascolto' i dettagli rimanendo più scossa da quelli che non dalla notizia in se. Sembrava le stesse chiedendo un favore, oltre che mantenere il segreto. Se Helga glielo aveva confessato significava che si fidava della Iena, questo non fece che renderla felice.
    Gli stringeva le mani, quasi per non lasciarla scappare, ma la ragazza non aveva la minima intenzione di andare via da li. Capi' il paragone con i vampiri...in effetti era il solito principio di nutrimento, prendere qualcosa dal corpo di un altro. La Corvonero ripenso' anche alla sua precedente domanda...gli avrebbe fatto bere il suo sangue se fosse stata un vampiro? Domanda che dopo la confessione era palesemente tradotta in una richiesta identica. Le diceva di stare attenta a quella doppia natura...già, era forse la sua natura a renderla cosi bella? Aveva letto che le Veela erno creature bellissime e ammaliatrici...Helga aveba gli stessi geni. Quella sera bel pub di Nocturn alley aveva detto che era figlia di una Veela e di un soldato...per questo la Iena non era colta di sorpresa...qualcosa del genere lo aveva intuito.
    Intreccio' le dita con quelle morbide e marmoree della Serpeverde e la guardò negli occhi.
    " Tu non mi farai del male...io lo so." Confessione audace in effetti, ma in cuor suo sperava di aver ragione.
    "Non so come hai fatto a reggere questo peso da sola fino ad ora...ma ora puoi contare su di me... Aveva paura...non della mezza Veela...ma che quel sentimento che percepiva tra loro potesse diventare una preoccupazione tale da far saltare "l'accordo". Voleva aiutarla...pur di vederla star bene gli avrebbe dato la Luna.
    "Io ti... Si bloccò sgranfo gli occhi. Cosa le era preso? Quella specie di dichiarazione spudorata senza un minimo di tatto per la scena ricorrente. Lei aveva bisogni di aiuto, e Shenzi si dichiarava...si sentì una stuoida.
    ...ammiro. per la tua tenacia..
    Non sapeva come reagire, le guardava le labbra in modo abbastanza vistoso, cercò di distorcere la fantasia ma proprio non ci riuscì.
     
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  7. Maelstorm
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    Per alcuni attimi, temette il peggio. Immaginava già Shenzi ridere e poi scappare via, più veloce della luce, dare le dimissioni ad ogni lezione per frequentarla in modo privata, pur di evitarla farebbe una preda con un predatore. Avvertì le dita della iena intrecciarsi con le sue, un tocco caldo con la sua pelle selvaggia e libera, sembrava portasse la savana dentro di se, e ogni suo poro la emettesse come un respiro. Si specchiò nei suoi occhi, la guardò affondo per esaminare il suo viso, le reazioni ed emozioni che la Corvonero potesse provare ed esprimere. La rossa credeva con sicurezza che la Serpeverde non l’avrebbe fatto del male, e la bionda tremò al pensiero della professoressa Shenzi. Si morse il labbro carnoso e inferiore quando le aggiunse che poteva contare su di lei. Qualcosa di estremamente caldo le abbracciò il petto, qualcosa all’altezza dello stomaco si schiuse dai bozzoli che credeva sassi, o al massimo mine pronte ad esplodere, per fare spazio a delle farfalle, rosse e calde, come quella ricreata dalla strega che aveva dinanzi alla lezione di Trasfigurazione. La vide tentennare a quel “Io ti”. Rimase in silenzio per tutto il tempo, la vedeva in difficoltà, e percepiva che le stesse nascondendo qualcosa. Qualcosa che poteva ritorcersi contro ad entrambe. Finì la sua frase lasciata a metà con un “ammiro la tua tenacia”. Aggrottò la fronte. La vedeva sincera e convinta, davvero decisa ad aiutarla e starle vicino, come anche Helga avrebbe fatto per Shenzi. Abbassò lo sguardo, innanzitutto grata. Non molti avrebbero avuto il suo coraggio. Adam aveva torto. Shenzi non era Inutile. Era importante, ed Helga lo capiva ogni qualvolta che la incontrava, anche per pochi secondi nei corridoi, tra una lezione e l’altra. Infastidita del tempo che passava con altri, come con Peter e non con lei. Aveva pensato che Shenzi avesse quel ragazzino come Boy toy, in tutti i sensi. Sospirò e allontanò da se ogni pensiero. Respirò profondamente, regolò i battiti e costrinse le farfalle a placare momentaneamente quel loro volo liberatorio all’interno del suo stomaco. Alzò lo sguardo cristallino per tornare a guardarla, con un leggero sorriso sulle labbra, grato, rassicurato ma anche rassicurante. ” Che cosa sta succedendo, Ridens?” le chiese guardandola. ” E non dirmi niente. Questo lo puoi raccontare agli altri, ma non a me. Sembri spaventata, ma non dalla mia natura… Non da quello che ti ho appena detto” glielo fece notare. Le strinse le mani, intrecciò di rimando le dita con le sue, ma portò una mano al petto, trascinando di conseguenza una della iena. ”Mi sto fidando di te, Shenzi. Perché so che uccideresti per me….” abbassò gli occhi alle loro mani, così unite mai, se non in occasione del ballo. ”Come io per te” le confessò in un sussurro. Si bagnò le labbra, ulteriormente, alzando il capo con decisione per guardarla negli occhi. ” Quindi dimmi ora che succede. Fidati di me come mi sto fidando io di te. Parlarmi. Non costringermi ad andare nell’aula di Divinazione e rubare la sfera di cristallo della professoressa per leggerti la mente! Ne sono capace sai!” La minacciò, ma col sorriso. Poteva essere seria, ma tentava anche di rassicurarla. Infondo era sempre la solita Helga che conobbe la prima volta nel cortile, la Sinclair dei “Canguroblu.” Non ci arrivava, o forse si. Provava lo stesso ma non lo sapeva. Non sapeva come chiamare quel bisogno di lei, di vederla e sentirla. Di stare con lei anche in silenzio, quel bisogno sia fisico di tenerle la mano come in quel momento, che mentale. Così affini ma così diverse. Le sorrise, ancora una volta, aggrottando la fronte marmorea, tentando di invitarla a parlare, così come aveva fatto lei stessa pochi istanti prima. Era tutto del tutto nuovo per la mezza veela. Fidarsi, istinti, aprirsi… e amare. Sentimenti a cui non sapeva dare nomi, qualificarli. Aveva sempre deriso l’amore delle storie. Ma si sa, chi ride dell’amore, morirà d’esso.
     
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  8. =PeterPan=ShenziRidens=
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    Non l'aveva bevuta....minimamente... la Iena aveva fatto una pessima figura, e adesso le toccava rimediare all'errore. Helga non era la persona con cui mentire, poteva farlo con tutti, con tutti poteva limitarsi a un beneducato "Fottiti" , ma con Helga no....
    - Accidenti Helga. Capiscilo cristo!- Pensò guardandola negli occhi. Puntò le labbra della ragazza poco dopo, era sempre ad umidificarle, quasi splendevano....che gole che facevano. Accendeva un desiderio indescrivibile, come le gocce d'acqua su un bicchiere quando si era assetati.
    <<”Mi sto fidando di te, Shenzi. Perché so che uccideresti per me….>> Parlava ancora, continuava , quel discorso sembrava non finire mai.
    I muscoli dello stomaco iniziarono a contrarsi, il cuore ad accelerare, la salivazione ad aumentare...cosa stava accadendo? Si stava sentendo male? Iniziò a respirare quasi a fatica, sgranava i denti in modo ormai vistoso, era nervosa, stava per scattare. le sorrideva, era vistosamente meno tesa, la cosa la gratificava molto.
    Ancora parole, Shenzi aspettò che la Serpeverde finì di parlare...e per la prima volta, da quando l'aveva conosciuta, non vedeva l'ora che chiudesse la bocca. A quel punto, l'animale, l'istinto... prevalse.
    Si avvicinò a lei, sciolse la mano destra dalla stretta di Helga e con le dita spostò una ciocca dorata dietro l'orecchio della Serpeverde, la guardava, fissa negli occhi, senza lasciarla un secondo. La guardava come se fosse la "cosa" più bella che la natura potesse creare, e lo era davvero...
    La sua mano, calda come l'Africa, si appoggiò su quella pelle di porcellana, tra la guancia e l'orecchio, deglutì e si morse appena le labbra. Aveva il timore di spezzarla, quasi grattare via e rovinare quella pelle così morbida.
    -Helga...perchè sei così bella... - Lo sguardo della Corvonero urlava pietà, pregava quei fari acquamarina di spostarsi altrove, di lasciarla respirare, stava annegando ormai.
    "Perdonami..." Basta, non ci vide più, si avvicinò a lei posando le calde labbra su quelle rosse come il fuoco della sua amata. Chiuse gli occhi...in quel momento sembrò che il tempo si fosse fermato. Non sentiva più il rumore del vento, non sentiva le chiacchiere lontane, ne gli uccelli cinguettare , ne il legno del ponte scricchiolare...non sentiva nulla, sentiva solo quella piacevole sensazione di calore che gli ormoni stavano emanando. Avrebbe voluto darsi uno schiaffo da sola, avrebbe voluto darsi una testata, prendersi a morsi da sola. Cavolo..si era promessa di non rovinare quel momento, si era promessa di rimanere lucida. Ma la verità è che a costo di rimetterci le penne, non si sarebbe mai staccata da quelle labbra carnose, neppure per tutta la carne al sangue del mondo.
    Voleva la sua energia? Cara Helga, prenditi l'energia, l'anima, il sangue, una gamba, un braccio, un piede...prenditi quello che vuoi della Iena....lei ormai era tua.
     
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  9. Maelstorm
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    Il silenzio iniziò a rombare intorno a loro, interrotte dal solo soffio del vento che si avvertiva a quell’altezza sul Ponte Sospeso, a chilometri lontani da una superficie. Gli occhi chiari e grandi, guardavano Shenzi nel tentativo di leggerle i pensieri, di leggerla dentro. Temeva che qualcosa non andasse bene, che c’era qualcosa che presto l’avrebbe allontanata dalla Serpeverde. La vide nervosa, sgranare i denti, bianchi, perfetti. Si sarebbe rassicurata ulteriormente dinanzi a un sorriso, ma quello era il segno incombente che qualcosa non andava. Era tesa, nervosa, poteva percepirlo, ma non capiva il motivo. Fino a quando non si avvicinò ulteriormente alla bionda, sciolse la mano destra dalla sua presa per spostarle una ciocca di capelli. Abbassò lo sguardo a quel contatto, involontariamente, non ne capì nemmeno lei stessa il motivo. Tornò a guardarla, a specchiarsi nei suoi occhi. Grandi, selvaggi, poteva respirare la lontana Africa, la libertà nei suoi occhi, nel suo contatto. All’altro tocco, la guardò stranita, non capiva, ma non era abbastanza per ritrarsi, restava a fissarla, ad ascoltare quelle poche parole. Poi un “perdonami”. Non capì, e all’improvviso si ritrovò le labbra della rossa sulle proprie. Delicato, ma da troppo tempo represso. Sgranò in primo momento gli occhi chiari. Qualcosa all’altezza del petto prese a tuonare come una notte burrascosa d’inverno. Ogni secondo che passava, il contatto, quel bacio le piaceva, si accorse di desiderarlo anche lei, ma non il bacio di per se, ma la strega che glielo stava donando. Chiuse le palpebre, la strinse a se tirandola verso se stessa, ricambiando quel bacio, per troppo tempo rimandato col timore di rovinare qualcosa o di aver capito male i propri sentimenti. Era per questo motivo che non voleva chiederle la sua energia. Cosa avrebbe fatto se avesse perso nuovamente il controllo? Se a rimetterci fosse stata la Corvonero. Doveva salvaguardarla da se stessa e stare ai consigli di Vanessa. Un poco alla volta. Ma non in quel momento. Era felice, sollevata come mai prima di quel momento. Ricambiò il bacio muovendo piano le labbra carnose, la mano destra andò per accarezzarle i capelli,senza premerle la nuca, semplicemente, ad accarezzarla.
     
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  10. =PeterPan=ShenziRidens=
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    Teneva gli occhi stretti, il cuore smise di battere per un istante, la ragazza era sicuramente sorpresa...come biasimarla. Non sapeva cosa aspettarsi, non sapeva cosa sarebbe successo. E se la Iena aveva frainteso tutto? E se lei non avesse ricambiato? E se quell'apparente interesse per lei era solo frutto della sua mezza natura di Veela? In una frazione di secondi troppe domande affollarono la mente della ragazza Corvonero. Poi Helga ricambiò quel bacio, Shenzi aprì gli occhi di scatto e vide quelli della bella Serpeverde nascosti dalle palpebre, la mano candida ora le accarezzava i capelli. Shenzi richiuse gli occhi, anche lei la strinse verso di se, stretta, non l'avrebbe lasciata andare, l'avrebbe tenuta li, al sicuro da qualsiasi paura, al sicuro da qualsiasi male.
    Il cuore riprese a battere, leggero, molto più leggero, l'enorme macigno che si portava dietro da tempo era diventato troppo pesante per lei, e fu lieta di liberarsene, con successo. Si staccò a malincuore da lei, ci mise un po a farlo, doveva aprire e chiuder gli occhi più di una vita per accettarsi che fosse vero. " Ehhhmmm..." Aveva perso le parole, la guardò negli occhi un po imbarazzata per poi distorcere lo sguardo e far trasparire una leggera risata. " Era...da un po che volevo dartelo." Confessò facendo un profondo respiro. Guardava il viso di Helga contornata da quella splendida cascata di capelli dorati, era bellissima, e dopo quel bacio si sentiva ancora di più il dovere di proteggerla, quasi fosse una gemma preziosa.
    "Quindi...io mi carico di energie, tu ne prendi un po in prestito...e siamo apposto? Tutto qui?" La ragazza non aveva idea a cosa andava incontro. Le sembrava quasi una semplice trasfusione indolore, si fidava di Helga, e anche se avesse fatto male non le importava, sapeva che avrebbe fatto nel modo più delicato possibile. Le sorrise sperando di rasserenarla del tutto, si sentiva bene, parecchio bene, quel bacio quasi gli aveva fatto ampliare i senti, gli odori erano più riconoscibili, i suoni più distinti, la pelle di Helga? Mordida come la seta. Strinse di nuovo la sua mano intrecciandone le dita. Cosa sarebbe successo ora? Erano una coppia? Era una relazione nascosta? Non lo sapeva, e non le interessava in effetti, le bastava la conferma della Serpeverde, quel bacio era l'unica cosa che desiderava, e sapeva che non era l'ultimo.
     
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9 replies since 4/3/2016, 21:25   73 views
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