Un pazza dal custode.

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  1. Ka$h
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    Oh vediamo. Questo sì e questo? No non so se gli piacerà. Demi era intenta a preparare un cesto al professore John. Che era stato rapito dalla sua amata Ciciarampa. Una volta finito il cesto pieno di biscotti alle noci, al cioccolato, cioccolato bianco, latte e altre delizie preparate con le sue mani. Ora toccava ai vestiti. Vediamo vado a trovare un vichingo quindi non troppo elegante demi non troppo elegante. Buttò tutti i suoi vestiti giù. Doveva pur farsi bella era un vichingo su cui investire. Eccolo. Questo è perfetto. Ricordiamoci che se anche è un bel pezzo di carne è anche il mio professore. Si mise un bel vestito dopodichè passò ai capelli. So già che fare :) Con un tocco di bacchetta i suoi capelli cambiarono. Capelli ok, scarpe ok, vestiti ok, cesto ok...cosa manca? IL TRUCCOOOO! Si sedette davanti alla postazione trucco e si truccò per bene. Sono pronta...cosa gli dico? Demi camminava avanti e dietro per la stanza non sapeva cosa dirgli. Ma salve prof ben tornato come sta? No no! Non ci siamo ma quanto sono stupida. Oh emh si ecco salve prof le ho portato qualcosa da mangiare. E no così non va sembra che lo voglio avvelenare. Aspetta forse ci sono. Buongiorno professore, ho saputo che è stato ritrovato e sono venuta a farle un po' di compagnia, posso entrare? Sì okay almeno non sembro nè una psicopatica nè una strega malvagia. Rise da sola. Molto bene, vieni devonne usciamo. Uscì dalla sala comune e prima di uscire da hogwarts chiese a un quadro dove si trovasse il professore. Era nel suo ufficio fuori da hogwarts. Saltò sulla sua bellissima Nimbus 2001 e si affrettò a raggiungerlo. Molto bene ci siamo devonne. Bussò. Buongiorno professore sono Demetria Hearts, vostra studentessa e parrucchiera, ho saputo che è stato ritrovato e sono venuta a farle un po' di compagnia, posso entrare? Aspettò fuori con tutta la sua bellezza ed eleganza. Il cesto aveva un bellissimo aspetto e non vedeva l'ora di mangiarlo insieme a lui. Fece un bel respiro e si spostò una ciocca di capelli. C'erano molti retroscena imbarazzanti tra loro due e voleva scusarsi.
     
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  2. * Eiríkr-Rauði
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    Ed era seduto sulla sua enorme poltrona, mentre i pesanti stivali ai piedi poggiavano incrociati giusto sopra il tavolino in pietra . Era stanco e afflitto, era caduto nella trappola della famigerata Ciciarampa, e a causa di quel rapimento difficilmente chiudeva occhi la notte. Non dormiva quasi mai, si era abbandonato ancora una volta alla trascuratezza, e non voleva assolutamente sentir parlare di lezioni.
    Una terribile emicrania lo coglieva nei diversi momenti della giornata, e quella mattina il povero mezzogigante era abbandonato su quella poltrona.
    Sospirò grattandosi la folta e incolta barba, i capelli erano ricresciuti in fretta dalla prima ed ultima volta che aveva fatto toccar la sua selvaggia chioma dalle mani di una parrucchiera. Sospirò ancora, mentre osservava fuori dalla piccola finestra, forse doveva giusto far quattro passi, chissà. Era sprofondato nei suoi pensieri, la perdita della sua migliore amica, Rita, il rapimento, lo scompiglio delle forze del male, la perdita di altri professori.
    << John, John, John..>> disse burbero a voce bassa e grave.
    Doveva forse alzarsi e far quattro passi? Nonostante l'enorme stazza e il fisico di un verso orso, il buon vecchio John risentiva i dolori e gli acciacchi di quello scontro fatale. Essere incatenati ad una quercia con addosso l'incanto che pietrifica, per giorni e giorni, di certo non era un toccasana. La piccola e accogliente dimora del mezzogigante era più disordinata che mai: boccali di idromele del nord e burrobirra sparsi un po ovunque.
    << Oh ti prego, non guardarmi in quel modo.>>
    Gli enormi occhi di un vecchio lupo, che sedeva giusto alla porta della piccola dimora, lo incitavano ad alzarsi. Era inutile, John aveva la volontà di un bradipo, e niente e nessuno lo avrebbe destato dalla sua pigrizia, eccetto una voce che proveniva fuori la piccola casa.
    Inarcò un sopracciglio, mentre il lupo drizzò le orecchie, voltando l'affusolato muso verso la porta.
    Cadde il silenzio, di certo nesuno che venisse per il solitario mezzogigante.
    Improvvisamente sentì qualcuno bussare alla porta, e fu quella l'ancora di salvezza del povero vichingo, che a fatica, riuscì ad alzarsi dalla poltrona. La casa era in condizioni pietose, ricca di bottiglie e ciotole sparse un po qua e un po là.
    << Diamine..>> disse lasciando rotolare una bottiglia di burrobirra sul pavimento, mentre il vecchio lupo si scostò dalla porta, portandosi verso il fondo della casetta, infastidito. Il mezzogigante camminava ricurvo, un po per le ferite, un po per il soffitto, troppo basso per lui. Indossava una veste scura, che lasciava intravedere delle bende che avvolgevano il suo addome. Odiava recarsi in infermeria, e si era medicato le ferite da solo. Un vero mezzogigante delle gelide lande dell'Islanda sapeva badare a se stesso! Certo doveva ancor riprendersi del tutto, e il suo corpo necessitava ancora di cure, ma a quello era abituato.
    Si cinse ad aprire la porta, quando una volta aperta..
    << Per Odino!>> cacciò un'esclamazione poco religiosa da parte sua, richiudendo il portone in faccia a quello che doveva essere l'ospite del giorno. Gli occhi sbarrati, l'espressione spaventata: era Demetria, una sua vecchia alunna e.. la parrucchiera che volle tagliargli barba e capelli.
    << E' tornata! Vuole ancora la mia testa!>> ruotò un paio di volte il capo verso la piccola dimora, osservando il caos che la governava, fulmineo si precipitò a togliere qualche boccale di idromele dal pavimento, una bottiglia di burrobirra, e qualche bottiglia di vino dalla finestra. Aprì in fretta il piccolo armadio e nascose tutto l'arsenale alcolico lì, la povera ragazza non aveva fatto in tempo a presentarsi, che dovette dar il buongiorno al freddo legno del portone, richiusole proprio in pieno viso.
    Scattante si lanciò verso la porta, riaprendola velocemente.
    << Buongiorno..- un sorriso sornione invase il volto del mezzogigante, stupito da quella strana visita.- ..trucco e parrucco da Demi..>> disse assottigliando lo sguardo e indicando la ragazza con l'enorme indice.
    Notò fin da subito che la ragazza, dal rucco eccessivo e dallo strano abito, recava in mano un cesto; che fosse per lui?
    << - rimase a fissarla domandandosi cosa portasse quella ragazza davanti alla porta di un vichingo rozzo e burbero.- oh, ma certo, entra pure!>> invitò la ragaza ad entrare, ed una volta fatto richiuse la porta alle sue spalle.
    << Non ricevo visite da..- ricordò, lui non riceveva mai visite.- ..Beh! Grazie per la visita, molto gentile da parte tua!>> disse con ancora tra le labbra quel sorriso sornione. Fece accomodare l'ospite su di un'enorme sedia, mentre lui si pose di fianco al calderone, giusto davanti al camino, incrociando le enormi e muscolose braccia.
     
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  3. Ka$h
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    Demi era lì in attesa di entrare. Non si poteva immaginare neanche quanto fosse entusiasta di incontrarlo. Era un brutto posto, pieno di erba tagliata male. Un sole che spaccava e pietre e lei odiava il sole. Ci mise un po' ad aprire. Insomma anche lei lo capiva, ne aveva combinate di tutte i colori. Aprì la porta era bellissimo. La fece entrare e accomodare. Non era una delle case più belle che aveva visto, tutta disordinata e un po' puzzava. Dopo tutto era anche vero che è un vichingo. Dimenticavo, questo è per voi. Gli porse un cesto con tanti biscotti. Sperava gli piacessero. Si sedette su una poltrona. Ecco, io sono qui per chiarire. Mi scuso per come l'ho trattata nel mio negozio. Sa nel mio negozio sono una persona molto diversa di come sono fuori. Io il mio lavoro lo faccio per bene e per questo che faccio così ridere e spavento. Poi ho saputo anche che è stato rapito e non ho resistito, perciò sono venuta a trovarlo. In questo cesto ci sono molti biscotti fatti a mano, alle noci, pistacchio, cioccolato e molti altri. Non sapevo cosa le piacesse e quindi o messo più gusti. I biscotti piacciono a tutti. Comunque come va? Lo guardava negli occhi. Era un poco spaventato. Tranquillo non sono qui per tagliarvi i capelli. Puntò il cesto. Poi mi fa sapere come li ha trovati. Accennò un sorriso. Lo squadrò per bene dalla testa ai piedi, era un bel uomo oppure come diceva lei ''un buon pezzo di carne''. Aspettò che John rispondesse, non poteva mica parlare solo e sempre lei. C'è un limite a tutto. Eh sì anche al parlare. Mentre aspettava pensò a quanto successo in sala serpe, tutti contro di lei. E sapere anche che altri erano contro di lei apparte i suoi genitori la intristiva molto, è sempre esistita per loro solo Alba, e Demi? Demi era inutile. Uno scarto della società. La sua famiglia neanche la voleva, la partorirono solo perchè abortire, al contrario di adesso, era vietato. Anche se si mostrava sempre vivace, pazza e altro lei nell'animo nascondeva una tristezza che solo Dio sa.
     
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  4. * Eiríkr-Rauði
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    La ragazza si mise comoda sull'enorme poltrona, pareva essersi messa al proprio agio, l'unico che non si sentiva affatto al proprio agio era il povero mezzo gigante.
    John stava lì, di fianco al calderone, giusto accanto al camino, con le braccia incrociate, cercando di apparire più rilassato possibile.
    Osservò bene Demetria, la sua presenza lo rendeva irrequieto, proprio per i precedenti da “Trucco e Parrucco da Demi”, fu l'esperienza più terribile che il povero mezzogigante fu costretto a patire. Sorrideva sornione, nascondendo ogni minima sfumatura di imbarazzo, quando poi improvvisamente la ragazza porse al vichingo il cesto che teneva tra le mani.
    John aggrottò la fronte e si fece poco avanti, verso Demetria che gentilmente, gli cingeva il cesto, spiegando al mezzogigante goffo e nervoso che aveva preparato solo per lui dei dolcetti dai svariati gusti. Le enormi mani del mezzogigante presero il cesto che, da prima tra le mani della ragazza appariva abbastanza grande, mentre tra le grassottelle e callose mani di John appariva davvero piccolo.
    Un sorriso stupendo invase la folta barba del ragazzone, che accettò grato quel dono.
    Demetria si stava scusando con lui, spegandogli che assumeva atteggiamenti ambivalenti tra la sua vita e il suo lavoro.
    << Mi piacciono tutti!.- affermò con ancora tra le labbra un sorriso solare.- è un pensiero davvero gentile da parte tua, Demetria, grazie. Se non ti dispiace, ne mangio uno e subito!>> ridacchiò forte mentre prese dal cesto un pasticcino dalla colorazione molto invitante.
    John anadava davvero ghiotto per i dolci, e Demetria lo aveva preso per la gola, così in un boccone divorò il pasticcino, assaporandone il gusto, lentamente.
    << E' delizioso!.- esclamò con gli occhi che brillavano, quel dolcetto era davvero squisito.- i miei complimenti! Uhm.. noci..>> disse sorridendo con le labbra serrate, mentre il boccone gli gonfiava le enormi guance, proprio come un orso che andava ghiotto per il miele. Si diresse verso un piccolo scaffale posto di fianco all'enorme letto e li vi poggiò il cesto; il vecchio lupo che dal fondo della casetta sapeva il fatto suo, percepì il profumino invitante di quel cesto, ma John fulmineo gli lanciò un'occhiataccia, costringendo il lupo a rinunciare al suo tentativo di sabotaggio. John tornò vicino alla poltrona, di fianco alla ragazza, oramai Demetria si era sdebitata con il rozzo vichingo, quei dolcetti avevano pagato la sua causa. La ragazza nominò il rapimento, a quanto pare era sulla bocca di tutti, un docente di Cura delle Creature Magiche rapito dalla pluriomicida ricercata dal Ministero, John non si era mai sentito tanto famoso in vita sua.
    << Non mi lamento, certo le ferite stanno guarendo e qualche acciacco si fa sentire, ma tutto apposto.- sorrise osservando il viso delicato e tondo della giovane studentessa.- e... ragazzina, dammi del tu.>>
    Si avvicinò lentamente ad un altro piccolo scaffale, lo aprì e tirò fuori una bottiglia di Idromele del Nord Islanda e giusto due bicchieri, molto capienti, data la casa di un gigante.
    << Ti va un goccio?>> chiese il rozzo islandese poggiando tutto sul tavolo di fianco all'enorme poltrona sulla quale la ragazza sedeva comoda, quasi stesse sprofondando.
    << Ovviamente non devi berlo per forza.- disse facendo una smorfia comica ed osservando Demi.- che non si dica in giro che il tuo professore ti offre alcolici in casa sua, anche se è vero!>>
    Una risata di gusto accompagnò i gesti di John, intento a stappare la bottiglia, dalla quale ne uscì un armonioso odore di miele, una bevanda fresca, ma dolcissima.
    << E' Idromele del Nord dell'Islanda.. la mia terra natia. Lo si beve per riparasi dal freddo gelido e rigido delle terre del nord.. viene prodotto nei Vatnajökull, i ghiaggiai più remoti. Dimmi se ti piace.>>
    Versò giusto un po di idromele nel bicchiere destinato a Demetria, per poi porgerglielo; il sorriso tenero e solare di John non poteva che esprimere tutto.
    Pensò all'Islanda, quella terra gelida e selvaggia, così remota e distante da lui, mentre versava nel proprio bicchiere parte di quell'idromele, esagerando notevolmente con la quantità. Si sedette su di un'enorme sedia, sorseggiando la potente ed alcolica bevanda vichinga, osservando gli abiti particolari della ragazza. Notò qualcosa nel suo sguardo, sembrava nascondere tristezza e una profonda amrezza.
     
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  5. Ka$h
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    'E' delizioso!' Si mise a ridere, era molto buffo vederlo inghiottire un pasticcino, lo beveva non lo mangiava, in un attimo il pasticcino sparì. Ahahah la ringrazio professore ci ho messo tutta la mattina a farli sono felice che ne sia soddisfatto, li devo fare più spesso. Si ricordò in un attimo che non doveva dargli del voi. Insomma...-disse imbarazzata nel darle del tu-..sono felice che ne sei soddisfatto. Scoppiò in una risata immensa. Una delle cose più belle di Demi era la risata o meglio il sorriso, aveva una bella dentatura, denti tutti bianchi, era molto fiera di come si curava. All'aspetto sembra una persona per bene, una di cui ci si può fidare diciamo. Peccato che in realtà non lo sia. Indossava un bel corpetto alla zona del reggiseno era piena di borchie invece sotto il seno fin a un po' più su dei fianchi del pizzo nero traforato quasi trasparente. Una collana anche lei borchiata. Una giacchetta di jeans essendo un corpetto senza spalle poteva anche sentire freddo, grazie a questa giacca, a tre quarti, andavano in evidenza i suoi tantissimi tatuaggi. Come sotto aveva una gonna di pelle corta e a vita alta, calze trasparenti bucate e infine zeppe borchiate. I capelli invece aveva optato per uno shatush biondo-rosa. Andava da un professore e dato che non doveva essere elegante questa era uno dei suoi completi meno eleganti per andare a trovare le persone...sì Demi aveva diviso l'armadio in occasioni. E' strana ma molto organizzata.'Ti va un goccio? Ovviamente non devi berlo per forza, che non si dica in giro che il tuo professore ti offre alcolici in casa sua, anche se è vero!E' Idromele del Nord dell'Islanda.. la mia terra natia. Lo si beve per riparasi dal freddo gelido e rigido delle terre del nord.. viene prodotto nei Vatnajökull, i ghiaggiai più remoti. Dimmi se ti piace.' Un Idromele dell'islanda, doveva essere saporito, aveva assaggiato solo un idromele molto probabilmente chimico del supermercato babbano, ma dell'islanda non avrebbe mai immaginato di assaggiare. Fece un ampio sorriso e accavallò le gambe molto sensualmente, daltronde era una ragazza piena di femminilità ogni cosa che faceva era sensuale e provocante. Prese il bicchiere lo odorò leggermente e ci giocò per un po'. Lanciò uno sguardo provocatore a John Tranquillo manterrò il segreto caro professore. L'odore è molto buono. Bevve tutto d'un sorso. Spalancò gli occhi. Era un miscuglio di più gusti si riesce a percepire le cose tipiche di quella terra. E' assolutamente delizioso, si riesce a percorrere la storia dell'Islanda, non scherzo. Rise un po', non si aspettava che un ''vichingo'' come lui fosse così dolce e educato. Si tolse la giacca e rimase a spalle scoperte, come detto prima il corpetto era senza spalle. Mi dica professore ti piacciono i tatuaggi? Si girò di spalle e mostrò il tatuaggio dietro al collo e dietro la schiena. Si rivoltò e le braccia per far vedere i tatuaggi delle rondini, del stay strong, il piccolo tatuaggio sul dito e molti altri tatuaggi che lei aveva. Ti piacciono? Disse mentre si risedette su quella poltrona comodissima.
     
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  6. * Eiríkr-Rauði
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    John osservava incuriosito la ragazza, chissà quale musione avrebbe fatto una volta assaggiato il potentissimo Idromele Islandese, uno dei migliori. Non era la tipica robaccia che molti venditori “qualificati” spacciavano come tradizionale, era roba vera e prodotta da generazioni di vichinghi Islandesi.
    John continuava ad osservare gli abiti particolari della studentessa, erano ricchi di borchie, ricamati in pelle e confessò anche molto succinti, la osservava in modo assolutamente neutro, John era un brav'uomo, un uomo dal cuore tenero e grande quanto una foresta, un gigante buono. Gli abiti della ragazza gli ricordarono motlo lo stile che era solito vestire, anche se leggermente differente, da biker.
    Giocherellava silenzioso con l'enorme bicchiere tra le mani, mentre stava seduto, rilassato con le spalle contro lo schienale della sedia, con tra la folta barba arruffata un dolce sorriso. Non era solito ricevere visite, anzi non le riceveva affatto, e la presenza di Demetria, per quanto temuta come la peste, non era poi così spiacevole.
    Notò la ragazza accavallare le gambe e lanciare uno sguardo strano al professore, quasi sensuale, accattivante, ma John non ci fece minimamente caso, d'altronde non si rendeva conto di un mucchio di cose, il vecchio burbero vichingo.
    << Ti piace, eh?.- disse affiorando uno splendido sorriso a trentadue denti, Demetria pareva aver gradito parecchio la bevanda alcolica tradizionale.- Lo reggi bene! Vedo che te ne intendi di roba forte. E' vero, chi assapora il vero gusto dell'Idromele dell'Islanda è come se assaporasse ogni minimo dettaglio gelido di quella terra.>> disse annuendo alle sue stesse parole, e sorseggiando ancora quel poco di idromele rimasto sul fondo del suo bicchiere.
    Demetria gli pose una domanda interessante, se a John piacevano i tatuaggi, così dicendo tolse la giacca in jeans che la riparava dal freddo, dato il suo abito in pelle, ricoperto da borchie e quant'altro, mostrava un grazioso e sennsuale corsetto. La ragazza, contenta come non mai, mostrò al professore i tatuaggi che possedeva, sulle dita, sulle braccia e spostati i capelli mostrò al mezzogigante un tatuaggio sulle spalle.
    John era molto entusiasta e incuriosito, sporse il busto facendosi più vicino alla ragazza che felice e curiosa di conoscere il parere del ragazzone, mostrava i suoi tatuaggi fiera.
    << Sono bellissimi Demetria.- disse con un sorriso stupito e incuriosito, non pesava che quella studentessa avesse tanti tatuaggi, in effetti la ragazza era di una determinata cresta d'onda, il suo stile parlava da se.- mi piacciono i tatuaggi, davvero particolari.>>
    John lo pensava davvero, rimase ad osservare le spalle della ragazza, il tatuaggio di quelle rondini lungo le braccia lo colpirono particolarmente.
    Poggiò il bicchierone ormai vuoto sul tavolo di fianco alla ragazza, dubbioso nel pensiero che magari Demetria gradisse un altro goccio di Idromele, ma era meglio non alzare troppo il gomito.
    << Anch'io ho dei tatuaggi.>> disse fiero di se, gonfiando l'enorme petto muscoloso, scostando la lunga chioma scura, legata dietro da una treccia norrena. E' vero, anche John possedeva due enormi tatuaggi su entrambe le braccia, che andavano a diramarsi sul petto, ma non disse altro, non poteva mostrarli alla ragazza, questo avrebbe significato solo una cosa: togliere la maglietta, e il mezzogigante non avrebbe mai osato, non davanti agli occhi di una sua studentessa.
    << Te li mostrerei ma..non posso..>> disse stringendo gli occhi e liberandosi in una smorfia, mentre il naso a patata si contorceva e seguiva l'espressione arricciata del viso.
    John era un ragazzone sincero, molto semplice e pacifico, nonostante adasse pazzo per la vita spericolata, l'alta velocità su due ruote e le avventura nel cuore della sua terra natia.
    << Ragazza se vuoi bere ancora dell'idromele serviti pure, fa come se fossi a casa tua!>> disse a gran voce, mentre ancora quel sorriso solare brillava sul suo volto, e il tono di quelle parole suonavano rassicuranti e grintose. Rimase ad osservarla, mentre il sorriso solare diventava più esteso, lasciando che svanisse poco per volta, Demetria sembrava essere una ragazza in gamba.
     
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  7. Ka$h
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    Sentire John vicino a lei con il busto le fece venire un breve brivido dietro la schiena. Era davvero troppo educato per pensare a cose sconce e invece Demi essendo adolescente le era normale capire le cose in senso pervertito. Fu molto sorpresa che il caro professore aveva dei tatuaggi. Ma non glie li poteva mostrare. Non si preoccupi, vorrei sapere solo che si è fatto tatuare e perchè. Sorrise guardando i suoi... I miei hanno molti significati credo che gliene dirò solo qualcuno. Gli raccontò dei suoi vari tatuaggi: ''La scritta “Stay Strong” sui polsi. Questo tatuaggio è stato realizzato dopo aver trascorso tre mesi in rehab per combattere i problemi di autolesionismo e bulimia.“Stay Strong” mi ricorda di tenere duro anche durante i giorni no ed è stato fatto sui polsi per coprire i segni dei tagli.'' Sai provo vergogna a raccontarti di questo tatuaggio, ma lo dovevo dire a qualcuno, ti dirò solo dei miei preferiti, dopotutto ho 14/15 tatuaggi, troppi da descriverti. Si rise un po' per non pensare come facesse male ricordare il perchè dei suoi tatuaggi. ''sul braccio destro dove ho scelto queste 12 rondini e ti devo dire non so spiegarne il significato, credo sia per la libertà, mentre un altro tatuaggio è la scritta dietro la schiena “now I’m a warrior”, e descrive come le lotte personali mi abbiano resa una persona più forte.'' Io ora sono una guerriera. Le scese una piccola lacrima. Poi continuò parlando di altri due tatuaggi. Due tatuaggi che nessuno mi ha mai visto sono una scritta sul piede sinistro e una sul destro.
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    Strano vero?
    Rise. Le scritte sono 'Let Go & Let God' tatuaggio strano da fare su un piede ma significativo per me'' Fece un sospiro. L'ultimo che voglio descriverti è un tatuaggio che è molto difficile da farti vedere ma se ti avvicini attraverso il pizzo si vede, la scritta “You make me beautiful” sulla costola destra. Il tatuaggio riprende la canzone “Beautiful” di Bethany Dillon che usa delle parole che sono state incoraggianti in un periodo buio della mia vita. Scese un'altra lacrima ma si riprese subito.
    Il resto dei tatuaggi simboleggiano la mia amicizia con persone che se anche mi tradiscono non dimenticherò mai, e altri che significano morti di alcune persone e la mia religione e compagnia. Quindi ti sono piaciuti? Dimmi i tuoi tatuaggi hanno un significato preciso o li hai fatti per il gusto di farli? Era molto incuriosita, John sembrava molto più che un professore o un lavoratore, sembra un buon amico con cui discutere parlare e altro. Era molto affascinante agli occhi di Demi. Pieno di muscoli e poi dolce! John mise l'idromele sul tavolo. Tranquillo, reggo molto bene, non è la prima volta che bevo queste cose. Sorrise e prese un altro bicchiere piegandosi mettendo in evidenza il suo bel seno prosperoso, l'obbiettivo di demi? Farlo imbarazzare, e poi chi lo sa potrebbe mostrarle i tatuaggi. Bevve tutto d'un sorso. Ottimo. Disse leccandosi le labbra. Si riferiva all'idromele ovviamente.
     
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  8. * Eiríkr-Rauði
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    Demetria voleva solo capire il perché dei tatuaggi di John, che tipo di tatuaggi fossero e cosa significassero per lui, avrebbe risposto all'istante, ma rimase ancora seduto con le spalle contro lo schienale, intento con i grandi occhi scuri, ad osservare e ad ascoltare il significato dei tatuaggi della studentessa.
    Non erano semplici e banali tatuaggi, come spesso si pensava, erano tatuaggi che avevano un profondo valore per lei. Assottigliò lo sguardo e accarezzò lentamente la barba folta sul viso, ponendo orecchio alle parole della ragazza che, tra una pausa ed un'altra, spiegava in preda alle emozioni il suo passato e il passato legato alla storia di quei tatuaggi.
    Ecco perché John intuiva quella sfumatura di amarezza tra gli occhi solari della ragazza, il suo passato doloroso, tremendamente emotivo, i problemi di bulimina e autolesionismo; quel tatuaggio, “Stay Strong” per quanto fosse una semplice e breve frase, in realtà racchiudeva il dolore e l'amarezza della giovane Sepeverde.
    John comprendeva, la ascoltava e dalla guancia della giovane intravide una lacrima. Strabuzzò appena gli occhi, scostando lo sguardo altrove, pronto per afferrare una portata di fazzoletti, non avrebbe spportato la vista del volto della giovane rigato dalle lacrime, ma non potè che restare ancora ancorato a quella grande sedia, ad ascoltare la spiegazione degli altri tatuaggi.
    Le rondini, la libertà.
    Il tatuaggio sulla spalla, si sentiva adesso una guerriera, aveva combattuto le sue paure e superato le sue difficoltà con coraggio, e quei tatuaggi ne erano la prova calzante. Ancora un ultimo tatuaggio, posto sulla costola, rimandava alla frase di un'omonima canzone, ancora parole incoraggianti per Demetria, per darle forza nei periodi cattivi.
    Ancora una lacrima.
    Il volto di John si scurì, ma lasciando una netta sfumatura di dolcezza, così senza pensarci due volte, si alzò da quella sedia da cui era rimasto in silenzio, ancorato, e prese dallo scaffale una portata di fazzolettini vellutati. Li poggiò sul tavolino di fianco alla ragazza, lanciandole un dolce sorriso, seguito da uno sguardo tenero. Non era lì per giudicarla, per chiederle il perché ed il motivo di quei periodi cattivi, non gli importava, adesso Demetria dimostrava di essere una guerriera, un po come lui, un vichingo. La ragazza si era ripresa dalle lacrime, mentre John, incrociando le braccia, aveva spinto la schiena ancora contro lo schienale della sedia, serio, ma dalla luce tenera sugli occhi.
    << Ho capito molte cose su di te, Demetria.- disse con un leggero cenno di dolcezza tra le labbra.- i tuoi tatuaggi sono ancora più splendidi, adesso che conosco il loro significato.>> era sincero, apprezzava quello che significavano, la evidente ripresa della ragazza, la sua tenacia.
    Il mezzogigante apprezzò queste qualità, dopo tutto, sentiva una forte grinta provenire dalla serpeverde. La vide prendere un altro bicchiere di idromele e berlo tutto d'un fiato, John rimase ad osservarla.
    << Ho due tatuaggi sulle braccia, entrambi rappresentano due lupi.- disse passandosi l'enorme mano grassottella sul braccio sinistro.- il lupo Hati e il lupo Sköll, nella mitolgia norrena si narra che nel giorno della battaglia finale, il Ragnarök, quando Loki libererà Fenrir, il lupo infernale, il lupo Haiti inghiottirà la Luna mentre Sköll divorerà il Sole. Entrambi i lupi provengono da una stirpe maligna, proveniente da Járnviðr, in lingua nordica la “foresta di ferro” e inghiottiranno il Sole e la Luna durante il Ragnarök, la battaglia finale tra le forze della luce e dell’ordine contro quelle del caos e delle tenebre, dove il mondo verrà distrutto e a sua volta rigenerato.>>
    Lo sguardo fisso e serio sul volto di Demetria, come se fosse davvero convinto di quella leggenda norrena. Diveniva molto serio quando parlava delle sue origini, della storia della sua terra, del mistero che si nascondeva nella mitologia del suo paganesimo.
    Scosse lievemente il capo, lasciandosi scappare un sorriso di imbarazzo, mentre versò dell'Idromele nel proprio bicchiere, sorseggiandolo appena.
     
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  9. Ka$h
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    << Ho due tatuaggi sulle braccia, entrambi rappresentano due lupi.- disse passandosi l'enorme mano grassottella sul braccio sinistro.- il lupo Hati e il lupo Sköll, nella mitolgia norrena si narra che nel giorno della battaglia finale, il Ragnarök, quando Loki libererà Fenrir, il lupo infernale, il lupo Haiti inghiottirà la Luna mentre Sköll divorerà il Sole. Entrambi i lupi provengono da una stirpe maligna, proveniente da Járnviðr, in lingua nordica la “foresta di ferro” e inghiottiranno il Sole e la Luna durante il Ragnarök, la battaglia finale tra le forze della luce e dell’ordine contro quelle del caos e delle tenebre, dove il mondo verrà distrutto e a sua volta rigenerato.>> Demi sorrise. Un significato molto profondo professore. Gli toccò il bracciò delicatamente. Era una provocazione ma era del tutto sicura che scemo com'è neanche se ne fosse accorto. Demi sfiorando il braccio del vichingo si sentì protetta, erano delle possenti braccia. Lo guardò negli occhi molto teneramente, prima o poi si sarebbe sciolto, ne era certa. Professore, mi dica ha qualche altra passione? Mentre lo diceva si sentì stupida, e se glielo avrebbe richiesto? Non poteva mica dire che le piace tagliare le teste e cantare? Ma era impazzita. Demi amava cantare anche se lo faceva poco, diciamo per sfizio. Le dava libertà, potere di esprimersi non solo attraverso i tatuaggi, ma secondo una cosa che si sarebbe potuta ricordare come una canzone, lei come una stupida scelse di fare solo e soltanto a fare la parrucchiera e lasciar stare il cantare, ma si pentì un po' della sua enorme scelta. Cercò di cambiare argomento. Passò ad un argomento un po' litigato. Mi dica lei è single? Io sì, per un motivo molto stupido sa? Iniziò a raccontare pensando a suoi ex. ''Una volta le ragazze perfette erano quelle in carne con fianchi e un po' prosperose come me tipo, invece adesso la generazione è cambiata vogliono solo le ragazze magre come un grissino...facile da spezzare. Bizzarro eh? So che è timido e non c'è bisogno che mi dica se è single, era solo una curiosità per attaccare il mio discorso che tenevo dentro di me. Ho odiato le mie forme per tanto tempo.
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    Poi ho capito come potevo imparare ad amarle. Perciò credo che le persone che vomitano tutto ciò che mangiano apposta abbiamo seri problemi. Il tuo corpo te lo ha donato il signore dei cieli e se lui lo ha amato così tanto da donartelo lo ameranno anche altri, sai anche io vomitavo tutto ciò che mangiamo perchè mi chiamavano grassa, ma ci sono quelle persone che tempo fa dicevano che una ragazza come me era perfetta e vedevi tutte le ragazze intente a mettersi in carne. Invece ora sono tutte anoressiche. Odio questo fatto e vorrei fermarlo in tutto il mondo...poi ci sono quelle ragazze che sono magre che offendono pesantemente le persone un po' grasse e le portano a suicidarsi, e ogni volta che sento queste cose mi viene da vomitare, vorrei vomitare addosso a tutte quelle persone che vomitano per il proprio sfizio di essere magre, che non ingeriscano cibo allora, ci sono persone che pregano per avere un po' del cibo che loro scartano dal proprio corpo. E la penso così anche su chi fa bullismo e altro ovviamente e sopratutto odio chi è omofobo. Non potevo discuterne con altri se non con te, sei un professore e aiuti i ragazzi, sfogarmi mi è servito molto sa?
    Sorrise di nuovo con quella sua dentatura perfetta. Sto parlando un pochino troppo, parla tu ora, mi dica, cioè dimmi cosa ti piace cosa no, per cosa affronteresti un dibattito, ti trovo molto interessante come persona con cui parlare. Diede un bacio SULLA GUANCIA IN SEGNO DI RISPETTO E AMMIRAZIONE, e non per altro e di sicuro il professore aveva capito che era un segno di ringraziamento. Non era poi così tanto scemo. Rise tra se e se pensando che avesse capito male.
     
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  10. * Eiríkr-Rauði
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    Demetria aveva apprezzato il significato dei due lupi, Hati e Skoll, tatuati lungo le possenti braccia del mezzogigante.
    Una carezza leggera, la mano sottile e aggraziata della ragazza sfiorò l'enorme e muscoloso braccio del mezzogigante che, abbassò lo sguardo osservando quel gesto, lasciando che un sorriso inconfondibile si liberasse tra quella folta barba. John non aveva malizia, era un gigante dal cuore d'oro, non avrebbe mai e poi mai agito in mala fede.
    La ragazza prese a rimpiere John d numerose domande, sembrava essere presa ed incuriosita nei confronti del rozzo vichingo, che con gentilezza avrebbe rispoto a tutte le sue domande e saziato le sue curiosità.
    Ma prima ancora che aprisse bocca, Demetria era lì, pronta a raccontare ancora una delle sue esperienze con i ragazzi: parlava del suo corpo, delle sue forme, come da prima di apprezzare se stessa e il suo aspetto, si disprezzava, avendo citanto in precedenza l'autolesionismo. Parlò delle ragazze che cocciutamente, rigurgitavano il cibo per apparire bellissime, magre e sottili, mentre allo stesso tempo esaltava la figura delle ragazze in carne, tra le quali lei. Accennò altri pareri fondamentali su diversi argomenti, come fosse contraria all'omofobia e al bullismo.
    Una ragazza di pace e dai sani principi, pensò il ragazzone, anche se in fondo, osservando affondo gli occhi della ragazza intravedeva quel pizzico di pazzia nel voler infrangere le regole. D'altro canto l'abbigliamento della ragazza parlava da se, aggressivo e abbastanza appariscente. Il mezzogigante era pronto per aprir bocca e rispondere alle curiosità della ragaza, quando quest'ultima si avvicinò a lui e dolcemente, di sfuggita, diede un bacio sulla folta guancia barbuta. John strabuzzò gli occhi e sorrise sincero, la vide ridere, aveva compreso il sentimento di quel bacio cortese. Dopo tutto, lui non era di certo Garrett Campbell!
    << Nah ma che dici ragazza!.- esclamò con potenza, mentre sorrideva solare.- mi piace sentirti parlare, sì. Parli di un mucchio di roba interessante e condivido il tuo pensiero. Sai da noi in Islanda le ragazze magrissime.. nah, non esistono! Tra i vichinghi bisogna essere in carne, forti, e poi.. le ragazze in carne hanno molte forme, delicate, ma anche forti. Le ragazze magre quando le stringi, soprattutto se sei un mezzogigante, hai il terrore che si possano spezzare da un momento all'altro.>> disse sorseggiando ancora l'Idromele che, sorso dopo sorso, svaniva dal bicchiere. John era un rozzo vichingo Islandese ed enorme per com'era, non accettava affatto l'idea della ragazza magrissima e fragile, troppo delicata per stringerla tra le sue possenti braccia muscolose.
    << E per rispondere alle sue domande signorinella.- disse mentre si versava un terzo bicchiere di idromele.- sì, mi piace suonare e guidare. Quando stai in mezzo alla natura, nel silenzio che solo Freyja dona, lì ti senti in pace con te stesso.- disse gesticolando ed osservando fuori dalla piccola finestra, là dove rifletteva la luce del sole e in lontananza mostrava la fitta foresta che circondava la piccola casetta in pietra.- quando suoni nella natura è come se essa stessa partecipasse e si manifestasse nel suono del flauto, della cornamusa, tra le corde della chitarra.. estendendosi nel vento. Lo percepisci. Quando guido come un folle la mia moto stregata, sento il brivido della libertà scorrermi lungo la schiena, il vento scompigliarmi i capelli..>>
    Una luce magica avvolgeva lo sguardo del mezzogigante, incantato da quelle parole. Gli enormi occhi catturati fuori dalla fienstra, gesticolava piano, dando il senso a quelle parole arricchendole di enfasi mistica. Distolse lo sguardo ripuntandolo sugli enormi occhi di Demetria, mentre giocherellava con il bicchiere.
    << Eeeh.. sì, sono single.>> disse scoppiando in una risata. << Le donne non vanno pazze per i mezzigiganti; un ragazzone di tre metri, rozzo e barbuto come me? Naah!>> rise ancora, svuotando il terzo bicchiere di idromele tutto d'un fiato. John era sincero, non era mai stato uno sciupafemmine per via della sua stazza e del suo portamento, troppo selvaggio ed enorme per una ragazza dai gusti semplici e raffinati. Nonostante tutto era un ragazzo gentile e premuroso, ma non stupido come il suddetto rofessore di Astronomia!
    << Su cosa affronterei un dibattito?- disse accarezzandosi la folta barba e osservando il vuoto, facendo una lieve smorfia.- beh.. ho il terrore degli aghi. Basta come cosa?>>
    Scoppiò per la seconda volta a ridere, la voce più potente che mai e quel grosso petto muscoloso che si gonfiava ad ogni risata.
    << E tu dirai: “Per Odino!- disse gesticolando e imitando in malo modo la voce di Demetria.- un mezzogigante grande, grosso e puzzone ha paura degli aghi! Ma che sfigato!”>>
    Continuò a ridere, quasi scivolò dalle sue gote una lacrimuccia per il forte divertimento. Poggiò il bicchiere sul tavolo, molleggiando la testa per le scemenze che uscivano dalla sua bocca. Fece un profondo sospiro, cercando di non cadere di nuovo nella sfrenata tentazione della risata, schiarì forte la potente voce e puntando lo sguardo su Demetria disse:
    << Dai tuoi abiti deduco che ti piace cantare, dico bene?>> chiese sorridente.
    John pensò che parlare con Demetria in fondo non era poi così male, era una ragazza sorprendente e sincera, non appariva per niente come il tipico stereotipo di serpeverde.
     
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  11. Ka$h
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    Demi era molto divertita con John poteva scherzare essere se stessa esprimersi, fare tutto ciò che non avrebbe mai sognato di fare neanche con una persona intima che conosceva da tempo, eppure John lo aveva visto solo per lezione e lavoro. Mai così, in questo ambiente, era molto molto sorpresa e soddisfatta, era una bellissima persona e le altre dovevano solo invidiarla per chi ha trovato. Un uomo spaventoso super dolce e coccolone, chi se lo sarebbe mai aspettato? ''Nah ma che dici ragazza!.- esclamò con potenza, mentre sorrideva solare.- mi piace sentirti parlare, sì. Parli di un mucchio di roba interessante e condivido il tuo pensiero. Sai da noi in Islanda le ragazze magrissime.. nah, non esistono! Tra i vichinghi bisogna essere in carne, forti, e poi.. le ragazze in carne hanno molte forme, delicate, ma anche forti. Le ragazze magre quando le stringi, soprattutto se sei un mezzogigante, hai il terrore che si possano spezzare da un momento all'altro.'' Scoppiò a ridere. Beh io non ho il problema di spezzarmi, potresti abbracciarmi. Scherzò un po', sapeva adesso che con lui ci si poteva scherzare. << E per rispondere alle sue domande signorinella. sì, mi piace suonare e guidare. Quando stai in mezzo alla natura, nel silenzio che solo Freyja dona, lì ti senti in pace con te stesso. quando suoni nella natura è come se essa stessa partecipasse e si manifestasse nel suono del flauto, della cornamusa, tra le corde della chitarra.. estendendosi nel vento. Lo percepisci. Quando guido come un folle la mia moto stregata, sento il brivido della libertà scorrermi lungo la schiena, il vento scompigliarmi i capelli..>> Demi si meravigliò a quella scoperta. Suonare la trovo una cosa normale ma non avrei mai immaginato che ti piacesse guidare la moto! Mi devi far fare un giro prima o poi. A demi piacevano le moto, la moto è LIBERTA' nel senso più puro del termine, è come la vela. Ci si sente talmente liberi da tutto, pensieri, preoccupazioni, menate, ed altro. Solo un essere umano e la sua velocità. Poi a quel 'suonare' in Demi scattò qualcosa. << Eeeh.. sì, sono single.>> disse scoppiando in una risata. << Le donne non vanno pazze per i mezzigiganti; un ragazzone di tre metri, rozzo e barbuto come me? Naah!>> Demi lo guardò dalla testa hai piedi. Non è detto, John, non è detto. Disse con sguardo provocante, ma sapeva che John non l'avrebbe presa sul serio, per questo lo disse. La calma assoluta quando però John disse una rivelazione sconcertante. << Su cosa affronterei un dibattito?beh.. ho il terrore degli aghi. Basta come cosa?>><< E tu dirai: “Per Odino! un mezzogigante grande, grosso e puzzone ha paura degli aghi! Ma che sfigato!”>> Scoppiò in una risata ancora più grande di quella di prima. Adesso sappiamo che non sei bravo nei falsetti. Si rise un po' su e poi fece da pappagallo. “Per Odino! un mezzogigante grande, grosso e puzzone ha paura degli aghi! Ma che sfigato!” Disse in tono della voce di John ridendo.
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    << Dai tuoi abiti deduco che ti piace cantare, dico bene?>> Spalancò gli occhi. E tu chi sei? Un lettore delle menti? Rise. Comunque sì, mi piace cantare anzi amo cantare anche se lo faccio poco, diciamo per sfizio. Mi da libertà, potere di esprimersi non solo attraverso i tatuaggi, ma secondo una cosa che si sarebbe potuta ricordare come una canzone, ovviamente nessuno sa questo mio piccolo segreto, che rimanga tra pazza e mezzogigante. Fece una piccola smorfia. Ti andrebbe di suonare un pezzo? Poi io mi ci attacco con un testo improvvisato...ti avverto, canto in inglese. Sai com'è sempre meglio avvertire. Comunque non ti preoccupare so cantare sopra qualsiasi strumento e melodia. Sorrise per poi scoppiare a ridere. Ormai ci ho fatto l'abitudine a ridere, meglio che ci bevo sopra. Rise di nuovo, era un continuo ridere ridere e ancora ridere. Prese un bicchiere di idromele e lo bevve molto piano sorso dopo sorso, voleva assaporarlo per bene, per riscaldarsi la voce. Poi si alzò e girò un po' per la stanza vedere come è arredata. Devo dire che un così buon gusto da un vichingo non me lo sarei aspettato. Era piccola per un mezzo gigante ma era accogliente nel suo piccolo, c'era un camino molto grazioso, come anche il tavolino e gli altri mobili. Demi prese la sua borsa e ci mise la giacca dentro, iniziava a fare molto caldo.
     
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  12. * Eiríkr-Rauði
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    Demetria sembrava divertirsti come una folle, così come il vecchio mezzogigante, in preda alle convulsioni comiche e alle risate più sfrenate.
    Con la giovane Serpeverde poteva scherzare e ridere apertamente. La ragazza rideva e scherzava di gusto, proprio come il buon vecchio vichingo, pazzo per l'Idromele e la buona compagnia. John prese a ridere alla frase di Demetria, di certo lei non si sarebbe spezzata in un abbraccio caloroso tra le enormi braccia del mezzogigante.
    Ancora risate, John scuoteva il capo incredulo, non rideva così da molto tempo!
    << Ma certo ragazza! Ti porterò ovunque tu voglia!>> disse gesticolando ed immaginando una strada, anzi un cielo dinanzi ai suoi occhi. La moto di John era stregata e così, come la macchina voltante, anch'essa poteva sfrecciare nel vento. Le avrebbe di certo fatto fare un giro volentieri, era una tipetta tutta pepe, ma leggeva tra i suoi occhi molta dolcezza. Le avrebbe fatto provare volentieri il brivido della libertà e la sensazione del vento che accerezza il volto.
    John si sentì squadrato dalla testa fino ai piedi, la ragazza continuava a scherzare su di lui, all'affermazione << Non è detto, John, non è detto.>> il mezzogigante scoppiò in una potente e tonante risata, un'altra lacrimuccia scese da quella guancia ricoperta da una folta barba, sapeva bene che la ragazza stesse scherzando.
    << Sei una forza, Demi!>> disse schiarendosi la voce con più colpi di tosse, per poi passarsi una mano, scostando la lunga chioma di capell scuri che ricadeva sulle sue spalle. Dietro erano legati da una treccia nordica, John non era un parrucchiere come la ragazza che gli sedeva di fronte, ma per le sue origini era un asso nelle acconciature norrene e celtiche.
    Improvvisamente Demetria prese ad imitare la precedente imitazione di John, un acuto strozzato e poco femminile; a quella ripetizione da parte della ragazza, il mezzogigante non potè che tornare a ridere, battendo l'enorme palmo della mano sulla gamba, causando un rumore cupo. Dovette riprendere fiato, non era per niente bravo con i falsetti, ne tantomeno con gli acuti, la voce di Jon era bassa e per certi versi graffiante.
    << Beh ragazza mia, io leggo nella mente.>> disse assottigliando lo sguardo, cingendo la mano fluttuante verso la testa della giovane serpeverde, come a mimare una sorta di controllo mentale. Smise di ridere e un velo di serietà e di attenzione calò sul volto d John, Demetria stava parlando di una delle sue passioni più segrete: il canto.
    A quanto diceva la ragazza, era un segreto tra lei ed il mezzogigante. Il canto la rendeva libera, e attraverso di esso poteva esprimersi, un po come John e il rapporto tra lui e la musica, gli strumeti a fiato e a corda. Demetria ebbe la bella idea di voler cantare una canzone improvvisata, John le avrebbe fatto da accompagnatore con uno strumento.
    << Improvviseresti una canzone se solo intonassi della musica?>> chiese John assottigliando lo sguardo, sorridendo stupito. Era evidente che la dote canora di Demetria non fosse legata soltanto alla capacità nel canto, ma dipendeva anche da una forte passione per la musica. Non era affatto semplice improvvisare una canzone su note improvvisate, John lo sapeva molto bene.
    Più parlava con Demetria, più scopriva differenti sfumature della ragazza che lo incuriosivano sempre più. La vide alzarsi dall'enorme poltrona e portarsi al centro della piccola casetta, osservava lo spazio circostante, l'arredamento della casa, il camino, il lettuccio, il tavolino, i differenti mobili. John la seguì con lo sguardo, ruotando il capo come un gufo.
    << E' piccola, un po troppo per me, ma accogliente.>> disse facendo spallucce.
    Si alzò anche lui e si diresse verso un angolo della casetta, passando di fianco alla ragazza che aveva appena tolto la propria giacca e posta all'interno della piccola borsa, lasciando intravedere le morbide spalle e il tatuaggio che gli aveva mostrato precedentemente. Demetria era una bella ragazza per la sua età, John osservò il corpetto del suo vestito ricamato e costellato da diverse borche, era evidente che la ragazza appartenesse ad un determinato genere musicale. Quel vesito slanciava la figura della giovane serpeverde, donandole molta femminilità e risaltando le curve del suo corpo, prosperose.
    Il mezzogigante scostò lo sguardo dal corpo della ragazza e le sfiorò il braccio con il proprio torso, quella casuccia era davvero piccola per un mezzogigante, e John non era abituato a veder quello piccolo spazio vitale frequentato da più persone. Dall'angolino a sinistra della stanza, dietro il suo lettuccio, vi era posta una vecchia chitarra acustica, costruitta dallo stesso musicista. Le prese e con un soffio tolse la polvere di dosso allo strumento, lasciando che risplendesse dei raggi del sole che entravano dalla finestra.
    Era una chitarra acustica, dalle dimensioni esagerate, una chitarra “su misura”. Sulla cassa dello strumento vi era intagliato su legno un albero, dalle profonde radici e dalle braccia intrecciate, era Yggdrasil, l'albero del cosmo, un altro riferimento alla cultura pagana del mezzogigante, che si esprimeva anche nell'arredamento.
    Si avvicinò alla ragazza e impugnando la chitarra prese a suonare una melodia dolce, sublime. Accordi semplici, intonati, le dita che da prima apparivano goffe e impacciate, attraverso le corde di quella chitarra, apparivano leggiadre e aggraziate. Pizzicavano una corda dopo l'altra, creando una melodia unica; alternava gli arpeggi con plettrate piene e decise.
    Alzò lo sguardo incrociando gli occhi di Demetria, John era incredibilmente serio, quasi irriconoscibile. Uno sguardo concentrato, era come se aspettasse che la ragazza cantasse, che rivelasse a lui la sua voce. Era più che si curo che Demetria fosse dotata di una voce unica, lo percepiva dal suono della sua voce.
    SI sospinse verso la ragazza, accorciando le distanze, lasciando che la melodia inondasse la sua mente facendole sognare la tanto amata libertà.
     
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  13. Ka$h
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    << Ma certo ragazza! Ti porterò ovunque tu voglia!>><< Sei una forza, Demi!>><< Beh ragazza mia, io leggo nella mente.>><< Improvviseresti una canzone se solo intonassi della musica?>><< E' piccola, un po troppo per me, ma accogliente.>> Demi era molto felice di tutto quello che diceva John si sentiva importante finalmente dopo 17 anni della sua vita. Certo, credo che sia abbastanza divertente. A Demi brillarono gli occhi, iniziò a raccontare una storia... Tanto tempo fa, circa 17 anni prima, nacque una graziosa bambina indesiderata, a quel tempo era vietato abortire e la hanno per forza dovuta avere, questa ragazzina crebbe all'ombra della sorella amata da tutti, la prima in tutto, sempre perfetta. Divenne psicopatica, e le amiche la allontanarono, così iniziò a staccare le teste di tutte le bambole che aveva avuto dalle sue ex amiche, staccare le teste le piaceva e coltivò la passione....-sospirò-....tutti la credevano una pazza perchè faceva cose che loro non avevano il coraggio di fare, per essere giudicati, e questo non lo sopportava, divenne grande e capì tutto, iniziò a sviluppare un carattere aggressivo. Poi ricevette quella lettera e la sua vita cambiò completamente. Si ritrovò a hogwarts nei serpeverde con un migliore amico corvonero. Adesso è lì senza i suoi stupidi genitori circondata da persone che le vogliono bene...chi lo avrebbe mai detto? Disse con tutta sincerità, quella ragazza era lei. Sai John? Ti devo ringraziare. Non mi sono mai sentita così bene, davvero grazie. Lo abbracciò anche se lei non era manco un braccio del mezzogigante.
    CITAZIONE
    John si avvicinò alla ragazza e impugnando la chitarra prese a suonare una melodia dolce, sublime. Accordi semplici, intonati, le dita che da prima apparivano goffe e impacciate, attraverso le corde di quella chitarra, apparivano leggiadre e aggraziate. Pizzicavano una corda dopo l'altra, creando una melodia unica; alternava gli arpeggi con plettrate piene e decise.

    Non lo aveva mai visto così, neanche quando insegnava, sembrava in tutt'altro mondo. Un altro mondo in cui poco dopo sarebbe entrata lei. Prese il suo microfono che aveva in borsa. John si avvicinò a lei e a Demi venne un brivido che percorse tutta la sua schiena. Tra l'altro una schiena scoperta. L'unica cosa che copriva il suo petto era un reggiseno in pratica...il resto era trasparente. Aveva certe voglie e istinti ma sapeva che con john non poteva. Impugnò il microfono ben bene nelle sue piccole mani e mise tutta se stessa nelle parole che cantava. Iniziò a cantare e adesso anche lei entrò in un altro mondo sconosciuto agli altri, il mondo della fantasia, dell'esprimersi...la cosa più bella che ci possa essere. La canzone che stava per cantare l'aveva immaginata più veloce e ritmata ma si doveva adattare a quella dolce melodia e quindi si arrangiò facendo una COVER.
    Demi_lovato_girl_long_hair_blonde_pink_beauty_ta


    This is real, this is me
    I'm exactly where I'm supposed to be, now
    Gonna let the light, shine on me
    Now I've found, who I am
    There's no way to hold it in
    No more hiding who I want to be
    This is me... [...]



    Continuò per un po' e poi si fermò. Riconfermo, non sono mai stata così bene. Grazie. Bevve ancora un po' di idromele per schiarirsi la voce. Sei un mito! Bravissimo. Applaudì veramente guardando John con occhi brillanti.
     
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12 replies since 20/2/2016, 15:18   93 views
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