Istinti Ritrovati.

Vanessa&Helga

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  1. Maelstorm
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    In fuga, non aveva smesso un attimo di correre. In fuga da se stessa, da ciò che era capitato quella sera nella Serra di Erbologia della scuola, a ciò che aveva fatto alla povera professoressa Shanti Jungle. L’aveva lasciata davanti all’infermeria, approfittando che nessuno l’aveva vista, aveva ripreso a scappare, uscendo nuovamente dalla scuola nonostante il coprifuoco. Non si era nemmeno cambiata, non era passata per il dormitorio. Indossava, quindi, lo stesso abbigliamento di poche ore prima: una canotta bianca aderente, pantaloni neri militari e anfibi neri, sempre militari. Con piccole differenze, era sporca di terra della serra, sudata e sangue,non proprio, che si era seccato e sbavato intorno alle labbra carnose. Il trucco sfatto per via del pianto, come i capelli disfatti, per via della corsa e per le volte che se li era toccati nella disperazione. Aveva corso a perdifiato fino a finire tra i vicoli malfamati e pericolosi di Noctun Alley, tra streghe, maghi ed esseri ben peggiori di lei. Questo però non la spaventava, aveva un mostro dentro, probabilmente commesso un omicidio. Le andava bene trasgredire le regole, ma non fino a quel punto. Non sapeva nemmeno se Shanti fosse una purosangue o meno. Si fermò per prendere fiato, poggio le spalle contro un muro di un vicolo desolato, vuoto, ben lontano dalla vita di Nocturn Alley, lontana da occhi indiscreti. Si portò le mani marmoree ed eteree al volto, mani ancora sporche del sangue di una “preda” improvvisata, da un predatore che ignorava d’essere. Era la prima volta che le capitava, o almeno che se ne rendesse conto. Iniziò a farsi domande, darsi delle ipotetiche risposte che non avevano nessuna base. Persino i capelli, o meglio le punte, presentavano incrostazioni del sangue. Imperdonabile. Non aveva il coraggio di ritornare al Castello, di ritornare ad Hogwarts e prendersi tutte le responsabilità. Non sapeva come le fosse passato in testa, e dove avesse preso il coraggio soprattutto, di portare Shanti in infermeria, all0interno della scuola. E se qualcuno l’avesse vista? Shanti… Riprese a singhiozzare, scivolò verso il basso, tenendosi seduta a terra, con la schiena contro il muro e le mani sul volto. ”Sono un mostro” sibilò. Con quale naturalezza si sarebbe poi avvicinata a Shenzi? L’avrebbe messa in pericolo, e quella rossa, lei non meritava di certo di essere portata al limite della sua vita come era successo alla professoressa Jungle. Forse doveva dimettersi dalla scuola, o forse non frequentarne più nessuna… C’erano due scelte da prendere, quella oscura nel continuare ciò che era iniziato quella sera, o denunciarsi al ministero e quello che sarebbe stato sarebbe stato. Ma con la poca lucidità che aveva in quel momento, sfogava i suoi sentimenti ed emozioni negative in un pianto, nascosta nel buio della notte tarda e dei vicoli più desolati della Alley oscura e da evitare.

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  2. Vanessa Seawitched
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    Vanessa era solita camminare la sera, le piaceva semplicemente il vento tra i capelli, stare da sola, con la speranza che Lui si facesse vedere.
    Era buio, più buio del solito, uscì abbastanza scoperta, non aveva freddo, non aveva mai freddo..
    Scese le scale dell'appartamento e si diresse a Noctur Alley, un posto dimenticato da dio e dagli Auror fortunatamente.
    <<buona sera Seawitched, ancora una solitaria passeggiata al chiaro di luna?">>
    "Mi ha scoperta mr Brown" Sorrise senza rivolgergli troppa attenzione. Non aveva voglia di chiacherare quella sera, era abbastanza preoccupata per il processo al Ciciarampa, se quella bastarda avesse fatto il suo nome....la sua vita sarebbe finita li. Di troppe morti era responsabile, troppi babbani, alcuni maghi, e aveva sempre dato la colpa ai mangiamorte e al Ciciarampa, le era sempre andata bene. Nessuno capiva la sua natura, neppure la sorella, anche se mezza Veela non era riuscita mai a capirla.
    Si addentrò nei vicoli bui del quartiere, gente malfamata viaggiava li indisturbata, vampiri, Mangiamorte, Lupi mannari, Animagus, Megere, di tutto...anche le Veela...
    Girò l'angolo e vide una scena alquanto insolita...una ragazza, sembrava una studentessa...la riconobbe, era una sua cliente.
    si avvicinò a lei leggiadra, quasi senza peso, i capelli trasportati dal vento sembravano in preda alle dolci correnti marine.
    "E tu cosa ci fai qui?" Una voce soave, penetrante....ricordava quella ragazza, l'aveva colpita quella volta al serraglio. Emanava un energia...particolare, familiare...
     
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  3. Maelstorm
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    Credeva che nessuno si sarebbe avvicinato a lei, non quella sera, non in quelle sue condizioni ben poco attraenti e sinuose come suo solito. Credeva che sarebbe rimasta sola, fino all’alba, sfogato il suo malessere e tornata, come se nulla fosse successo. Povera anima sola. Povera illusa. Singhiozzante e in lacrime, si reggeva il volto chiaro e sporco tra le mani, altrettanto sporche e chiare. Non si accorse che qualcuno l’avesse notata e che, per di più, si stava avvicinando a lei. Trasalì quando una voce soave e femminile le parlò. “ E tu che ci fai qui?”. Alzò la testolina dorata, di scatto, come di scattò cercò di ritrarsi, non perché temesse la donna, ignorava la sua natura, anche se era… familiare la sua presenza. L’aveva riconosciuta, certa, ma non era quel tipo di familiarità. Era la stessa che aveva avvertito quando la vide la prima volta al Serraglio. ” Mi stia lontana! Vada via! “ le disse a mezza voce, terrorizzata, portando in avanti le mani sporche di sangue, per avvertirla. E se avesse perso di nuovo il controllo di se stessa? Se perdendolo, avrebbe “ucciso” Vanessa? Cercò di tirarsi su, barcollante. L’energia rubata fluiva ancora in lei, deglutì, ma guardando Vanessa, nonostante la sua bellezza e “appetibilità” carnale, non le metteva fame. Non sentiva quel bisogno di morderla. Forse era sazia. Spalle contro il muro. ” La prego. Non voglio farle del male.” una stretta alla bocca dello stomaco a quella richiesta. Si stava preoccupando, cosa che non aveva mai fatto, se non per se stessa o la sua famiglia. Cosa le era successo? Era confusa, più volte lo sguardo chiaro si perdeva a fissare il vuoto, e più volte si ripulì il sangue ormai secco sulle labbra carnose.
     
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  4. Vanessa Seawitched
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    La ragazzina si alzò in piedi, fu allora che Vanessa notò che era macchiata di sangue...non era suo, era evidente.
    Cercava di allontanarla perchè avrebbe potuto farle del male...che sciocchezze...
    Vanessa si guardò a destra e sinistra, nessuno era intento a guardarle.
    "Se permetti questo non è il luogo giusto per fare due chiacchiere, e di certo tu non sei nella posizione di farti notare. " La donna intuì la preoccupazione della ragazza, aveva ferito o colpito accidentalmente qualcuno. Non poteva essere un Lupo mannaro...ne una Megera, forse un qualcosa che si era mutata e rivoltata contro. Un nemico che Vanessa conosceva bene....la fame.
    "Andiamo...non vorrai farti scoprire, sarebbe poco astuto per una studentessa fuori dal letto. " Vanessa si girò di schiena senza guardarla.
    "Pulisciti la bocca e raccogli i capelli. Vieni con me" L'avrebbe portata a casa sua, nessun posto era più sicuro della sua tana.
    La ragazza era diffidente, come non esserlo, non sapeva se fidarsi o meno...ma aveva altra scelta?
    La portò via di li, e proseguendo per vie traverse arrivarono a Diagon Alley. La spinse avanti, era a pezzi, lo si vedeva lontano un km.
    Aprì la porta di casa e le fece salire le scale che l'avrebbero portata nel suo alloggio. L'appartamento di vanessa era situato sopra al negozio del Serraglio Stregato, non era molto grande, aveva un salottino di dimensione discreta che ospitava uno stile gotico dai toni del viola e del nero, due enormi acquari incastonati nel muro dove nuotavano due murene. Una piccola cucina , Vanessa non si nutriva con il cibo umano, non le serviva quindi la cucina, tuttavia le serviva un diversivo per gli ospiti indiscreti. Un corridoio mostrava una porta nera che portava nel negozio, invece andando fino in fondo si trovava un grosso bagno sempre gotico, con una doccia e una grande vasca da bagno, amava l'acqua..
    Infine non lontana dal salotto, una porta a vetri mostrava la camera della donna, con un grosso letto matrimoniale a baldacchino e una specchiera, che non rifletteva la sua immagine umana.
    "Lumos!" Disse puntando la bacchetta verso i candelabri della stanza
    "Eccoci qua, siediti, sembra che tu stia per crollare da un momento all'altro."
     
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  5. Maelstorm
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    La strega dai capelli scuri non sembrò intenzionata ad allontanarsi dalla mezza Veela, anzi. Si guardò intorno e la bionda imitò spaventata il suo gesto. Altre vittime? Non avrebbe retto quella notte. Si strinse nelle spalle alle prime parole della Veela. Voleva spostarsi da quel vicolo, isolato ma che giustamente, prima o poi sarebbe passato qualcuno e le avrebbe viste, soprattutto la serperverde, in quelle drastiche condizioni da omicida. Abbassò la testolina bionda per guardarsi le mani e cominciò a seguirla facendo quanto richiesto. Troppo stanca per controbattere, troppo scossa per pensare al peggio. Si raccolse i capelli dorati con un elastico che portava al polso destro in una fugace coda di cavallo, bagnò il polso con la saliva per sfregarlo contro le labbra. Erano ancora sporche. Ancora. Testa bassa si faceva guidare e spingere da Nocturn Alley a Diagon Alley, fino ad una porta e delle scale. Non riconobbe subito la strada, il negozio. Durante il tragitto aveva pensato bene a strofinare via il sangue, al costo di sfregare via anche le labbra. Vanessa si mostrò gentile e ospitale, e questo la rendeva ulteriormente fragile, colpevole. Strinse la mascella e abbassò lo sguardo cristallizzato sul pavimento. Non ebbe tanto tempo di apprezzare l’appartamento della Veela, che anche se non grande, sembrava perfetto per una strega come lei. ”Perché mi ha portata qui? … Le ho detto che potrei ferirla… o peggio uccidere… “ si sedette, sotto il peso della colpevolezza, qualcosa che non era riuscita a trattenere. Il mostro dentro di se aveva vinto sotto il bisogno della fame. Dopotutto, da quando era a scuola, non aveva fatto altro che mangiare carne essiccata, carne ai banchetti della scuola… fu quando terminò la sua riserva di carne essiccata che quel bisogno di nutrirsi, di energie, iniziò a farsi sentire. Tremò al pensiero della scena di Shanti, svenuta tra le proprie braccia, il collo ambrato che pulsava lentamente e insanguinato. Si portò nuovamente le mani alla testa. ” Sono un mostro… un mostro… Mi lasci andare via, o vada via lei.. “ occhi si fecero nuovamente lucidi quando si alzarono per cercare la figura di Vanessa, il suo sguardo. Scosse la testolina bionda, aveva la strana sensazione che di quella strega potesse fidarsi, che l’avrebbe capita e non tradita. Deglutì a fatica ruotando gli occhi sull’appartamento, cercando qualche indizio che l’aiutasse maggiormente a fidarsi della Veela, soffermandosi sulla cucina, e le apparve come una comune cucina. Si asciugò gli occhi. ” … credo che… credo di averla combinata grossa questa volta… Niente che mio padre, o mia madre, possano risolvere… Interverranno gli Auror, il Ministro… il Wizengamot… e mi chiuderanno ad Azkaban… nei migliori dei casi…” iniziò a confessare, scuotendo piu volte la testa dorata, la coda di cavallo seguiva il flusso del movimento. Schiena incurvata in avanti, gambe divaricate, gli avambracci si posarono sulle cosce per far intrecciare le dita, mentre uno strano tic al piede destro, la faceva tamburellare stizzito sul pavimento.
     
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  6. Vanessa Seawitched
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    Come previsto la ragazza scoppiò, era la carnefice di qualcosa, aveva ferito brutalmente qualcuno spinta da un istinto che non era riuscita a controllare. Vanessa conosceva bene quella sensazione.
    Ascoltava la ragazza mentre le prese un bicchiere d'acqua, era distrutta, era spaventata, come biasimarla..
    "So come ti senti... hai macchie di sangue...non sei una Veela completa vero? Tuttavia la fame che hai cercato di reprimere ti si è ritorta contro..." Vanessa si sedette nella poltrona accanto al divano dove era seduta la ragazza.
    "Denunciare un crimine che può cambiarti la vita non è saggio, ti rovineresti con le te mani. Qualcuno ti ha visto? " Una domanda chiara e diretta , quel dettaglio avrebbe potuto salvarle la vita. Una mezza Veela non poteva uccidere, specialmente se era una ragazza...una adulta invece potrebbe se decidesse di farlo consapevolmente.
    " E' facile inventare una scusa, quindi mi serve quel dettaglio, se nessuno ti ha vista....sei salva. Semplicemente." Non sapeva il perchè stesse dando consigli a una perfetta sconosciuta...forse perchè sentiva di capirla davvero...forse aveva quel qualcosa che la rendeva uguale a lei, o almeno simile. vanessa era un "mostro " peggiore di lei, e altri mostri erano peggio di Vanessa.
    "Non ti sbatteranno ad Azkaban, quanti anni hai? Se hai ancora la traccia addosso allora può essere un problema.."
     
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  7. Maelstorm
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    La sentì sedersi accanto a lei, nella poltrona di fianco. La testolina dorata ruotò di pochi gradi per guardarla. Aveva pronunciato il fatidico aggettivo che spesso usava sua madre per descriversi e giustificarsi. Prese il bicchiere tra entrambe le mani, abbassò lo sguardo e cercò il proprio riflesso in esso. ” Mezza…. Lo sono per metà” confermò senza guardarla, portando alle labbra carnose il bicchiere, sorseggiando un po di acqua alla volta, per calmarsi. Scosse la testolina bionda, occhi chiusi mentre cercava di riavvolgere il nastro della brutta nottata ” Nessuno credo… A parte chi ho aggredito… era cosciente… poi non.. non so se è ancora viva… ma l’ho portata in infermeria… Nessuno mi ha vista, credo… “ non potrebbe esserne del tutto certa, era stata attenta, ma era comunque già destabilizzata da tutto l’accaduto. Sorseggiò ancora un po di acqua, non aveva nemmeno il coraggio di guardare negli occhi Vanessa, la stava aiutando, gliene era grata. ” Diciasette…” rispose alla domanda sull’età. Finì di bere l’acqua, strinse le labbra tra loro e volse lo sguardo chiaro su quello della donna, più scuro del proprio, ma talmente familiare. ” … non essere una veela completa, vuol dire che…? “ cercava risposte a domande che nemmeno lei sapeva come porre. Non le passò per la testa che Vanessa potesse essere una Veela, ma in quanto strega adulta e proprietaria di un negozio di animali magici e non, avesse già riscontrato creature del genere, completi, mezzi e un quarto. Sorrise amara spostando gli occhi chiari su un punto indefinito, perdendosi nel ricordo dell’accaduto. ” e pensare che ero li solo per una Tentacrula… E invece… mi sono sentita in trappola, braccata e sul punto di essere scoperta…”Rialzò lo sguardo su Vanessa, consapevole che le avrebbe fatto troppe domande, forse approfittando della sua gentilezza e aiuto. ” E’ come i vampiri, vero? Una volta assaggiato, non ci si ferma più… Perderò il controllo di nuovo, vero?” si morse il labbro inferiore, amareggiata. ” E’ strano… ma spero che non muoia… “ confessò. La mano destra reggeva ancora il bicchiere vuoto, mentre la sinistra si passò sul collo nudo, chiaro. ” Le ho lasciato un morso… proprio qui… Ciò che è peggio sa cos’è? Che anche se mi dispiace, amareggiata e dispiaciuta che sia capitato a lei… non me ne pento… Al solo ricordo che quella “cosa” abbia avuto il sopravvento su di me, nutrita come … non ricordo da quanto tempo non sentivo una tale forza ed energia in me.. come se … fossi rinata… “ si voltò a guardarla, per cercare di capire se la Veela comprendesse quella sua guerra interna, quel suo disagio interiore tra moralità insegnata dal padre e gli istinti di quella natura tramandati dalla madre.
     
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  8. Vanessa Seawitched
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    La ragazza iniziò a raccontare quello che le era successo, un attacco di fame.. Era in un'aula di scuola per nascondersi e invece aveva trovato pane per i suoi denti..una cosa abbastanza "normale". Era preoccupata per il destino dell'insegnante, anche se Vanessa sapeva che era fuori pericolo, in più raccontò di averla portata in Infermeria, a maggior ragione allora la bugia che poteva raccontare era ben strutturata....quale "mostro " salva la propria vittima? Il rimorso aveva sicuramente salvato la pelle alla giovane mezza Veela.
    <<” E’ come i vampiri, vero? Una volta assaggiato, non ci si ferma più… Perderò il controllo di nuovo, vero?”>>
    "Non sei un Vampiro, sei una mezza Veela, ma il principio è il solito...i vampiri necessitano di sangue per mantenere integra la loro bella figura, le Veela necessitano di energia. Tuttavia puoi comunque trovare parte dell'energia che ti serve nel cibo, cosa che le Veela non possono trovare. Sei fortunata a non essere un essere per intero, ti porterebbe grandi disagi, non puoi passare davanti a uno specchio in presenza degli altri, non puoi mangiare cibo davanti agli altri, non puoi perdere il controllo arrabbiandoti....un sacco di cosette che ti farebbero uscire allo scoperto."
    Vanessa non riceveva mai visite, ma qualora le avesse, doveva esser preparata...Non c'erano specchi in quella casa se non nella camera da letto, non vi era cibo in giro, solo liquidi.
    La ragazza non sapeva spiegarsi la forte contrapposizione tra lei e la sua natura nascosta, il senso di colpa che premeva sulla soddisfazione , il bene che cercava di reprimere il male.
    "E' normale che tu non lo capisca, sei ancora giovane." Avrebbe potuto dirgli che lei stessa era una Veela, che poteva fidarsi, che con lei poteva esser se stessa. Ma fino a che punto poteva fidarsi? I crimini di Vanessa superavano di molto uno stupido morso sul collo.
    "Dalla nostra parte abbiamo che hai diciassette anni, quindi non hai più la Traccia addosso, come seconda cosa, la tua professoressa i riprenderà, terza cosa, temo che il preside non tarderà a scoprire che un 'alunna è fuori dal letto. Quindi ora gli spedirò un gufo in modo da spiegargli che dopo aver recuperato la professoressa l'hai lasciata in infermeria , hai rivisto quel "mostro" e sei scappata. L'unica colpa che ti prenderai è che eri sveglia a quell'ora invece di esser nel dormitorio....ma se paragoni questo con l'aver salvato una persona...direi che la storia può reggere." Vanessa si alzò dalla poltrona, neppure sapeva perchè stava coprendo le spalle a una sua simile, forse perchè le ricordava la sorella minore...
     
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  9. Maelstorm
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    Iniziò a calmarsi alle parole di Vanessa, alla sua presenza. Tutto le era così stranamente familiare e confortante. Doveva calmarsi. Infondo non aveva ucciso la professoressa Shanti, solo messa momentaneamente K.o, destabilizzata e prosciugata dalle forze, nulla che potesse paragonarla ad un mostro o a un assassino. Ascoltò la Veela, aveva così tanto da imparare sulla creatura che era, anche se solo per metà. Annuiva ad ogni parola, non si era mai trovata in una situazione del genere, ne tanto meno da quelle elencate da Vanessa. Era ancora giovane, la giustificò in quel modo. ”La … io devo ringraziarla… “ bofonchiò piano. Pensò ai punti che potevano esserle tolti per essere stata sveglia a quell’ora, al rischio d’essere espulsa da Hogwarts se qualcuno avesse mai scoperto. Poteva fidarsi Helga di Vanessa? Nonostante tutti i pori del suo corpo, entrambe le parti, le urlassero di si, prendeva in considerazione che chi aveva da avanti era una strega adulta, che la stava aiutando a nascondere quanto aveva commesso. Lo avrebbe rifatto? Probabilmente si, ma piu cosciente e non a scuola, nemmeno lontanamente. ” Ho recuperato la professoressa, portata in infermeria e scappata quando ho rivisto il “mostro”” si morse il labbro inferiore, dopotutto non era del tutto errata. Era scappata davvero da se stessa. Inspirò profondamente, intrecciò le dita e la guardò alzarsi dalla poltrona. Era così bella, aveva uno strano magnetismo Vanessa sulla mezza Veela, la colpì dal primo giorno al serraglio. E pensare che non voleva nemmeno andarci. ” Non so proprio cosa avrei fatto se non l’avessi incontrata questa sera… “ sorrise a suo malgrado, si tirò indietro i capelli dorati come a volerli pettinarli. Era ancora scossa,destabilizzata sulle capacità di cui era venuta a conoscenza quella notte. Ne vorrebbe ancora un po, solo un po. Ma era conscia che ogni cosa sarebbe venuta al suo tempo, che c’era un problema alla volta da risolvere. Affrontare il preside, Lumacorno, Hades, probabilmente tutto il Casato Serpeverde… E infine, non perché meno importante, doveva vedere Shanti, e assicurarsi cosa si ricordasse la donna. Inarcò un sopraciglio dorato. ”… Quindi io non posso uccidere? Essendo Veela solo per metà. Ritrovandomi lucida e affamata… La mia “vittima” non perderebbe la vita?” iniziava a farsi delle domande. Domande sinistre e oscure, come il mostro che cercava di reprimere la strega. Doveva sapere cosa sarebbe successo se sarebbe riaccaduto, ma se sarebbe stata lei a volerlo. Forse avrebbe spaventato la strega che si stava occupando a coprirla. Alzò le mani in segno di resa ” Ho imparato la lezione. Niente magie fuori da Hogwarts. Niente Spuntini dentro Hogwarts” sorriso affilato, bianco, malizioso e perfido. Sarebbe sgorgato del veleno se fosse stata una serpe in carne ed ossa.
     
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  10. Vanessa Seawitched
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    La ragazza iniziò una serie di ringraziamenti infiniti, Vanessa li apprezzò ma non ci dava peso più di tanto, non era suo solito aiutare le persone al di fuori del lavoro.
    Poi i dubbi, le domande sulla sua natura, la paura, la diffidenza in se stessa. Sorrise all'ultima frase della ragazza, si lasciò scappare una debole risata che sembrò rompere il ghiaccio.
    " Si, direi che è il riassunto perfetto.." Scrisse una lettera veloce al Preside e gliela spedì, aveva già conosciuto il preside Black, era suo cliente.
    "Ecco qua...un secondo.." Chiuse la busta dopo averla firmata e andò giù in negozio per spedire la lettera. I passi della donna erano quasi impercettibile, non avevano peso, la sua figura quasi sembrava fluttuare nel'aria, come un fantasma. Con lo stesso silenzio in cui se n'era andata tornò qualche minuto dopo alle spalle della ragazza.
    "Eccomi, spedita."Tornò a sedersi accanto alla ragazza, sulla sua poltrona preferita.
    "Per rispondere alla tua domanda, no, non uccidi, sono veramente rari i casi in cui una mezza Veela è riuscita a togliere la vita a una persona, diciamo che ti sazi prima. E nel tuo caso entra in gioco anche il senso di colpa. Quindi non hai da temere. Mi verrebbe tuttavia da darti un consiglio, ma capirei se non lo seguissi...tutti hanno dei segreti da custodire..." Vanessa abbassò un poco lo sguardo, di segreti ne sapeva qualcosa.
    "Sebbene non avessi amici a scuola, quindi saprei come ci si sente...ti consiglierei di dirlo almeno a qualcuno di cui ti fidi, la tua natura non è poi così terribile e minacciosa, persino le pasticche vomitevoli o i filtri d'amore sanno esser più letali. Ma ti aiuterebbe a levarti un po di carico sulle spalle. " Non sapeva perchè stava aiutando quella ragazza, neppure che le ricordasse lei da giovane, forse le ricordava la sorella si, ma non era mai stata in buoni rapporti con lei.
    "Bhè, a te serve energia continua per tenere a bada questo istinto quindi...se trovassi una persona di cui ti fidi, magari potresti fare una specie di patto con lei. Non ti sto istigando all'esposizione ne a un patto di sangue di nessun genere, semplicemente un aiutino, avrai pure una persona che ti interessa no? Un ragazzo, un amica fidata, un professore affezionato. Qualsiasi persona va bene. "
     
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  11. Maelstorm
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    La sentì ridere, esi rilassò anche la mezza Veela nel sentire Vanessa sciogliersi un po. La stava già aiutando, era così gentile e pronta a darle un consiglio, su tutto. La vide scrivere al Preside, non osò chiedere cosa di preciso stesse riportando con l’inchiostro sulla lettera. La seguì con lo sguardo chiaro sparire verso il negozio, e così facendo si alzò per sgranchirsi le gambe. Notò che non c’era un solo specchio in quella stanza, e di certo non osava cercarlo per l’appartamento, non voleva violare la sua privacy, accoglienza ed essere scambiata per una ladra, già il tentato omicidio le rigirava le budella come un calzino in lavatrice. Se la sentì comparire alle spalle, fortuna che non si era allontanata dalla poltrona dove era seduta. Si voltò a guardarla, a prestarle ascolto alle spiegazioni che le sarebbero state comunque utili in futuro. “Segreti” a quella parola, cadde seduta sulla poltrona, alzò gli occhi chiari su quelli della donna, guardandola in volto. A quel consiglio, si morse il labbro inferiore, carnoso, rosso di natura e vivo ora. Aveva un colorito più naturale e non il solito candore chiaro, quasi porcellaneo. Non aveva amici, ma aveva… Shenzi Non poteva chiederle una cosa del genere, non poteva ridurre la iena come la professoressa per tenere a bada il suo istinto. Si rintanò nel suo silenzio conflittuale. Cercando i pro e i contro su dirlo o meno. A Shenzi doveva confessarlo, ma come? ” Qualcuno c’è… ma non potrei chiederle mai di… insomma… Ho visto la professoressa! Se vedessi anche lei in quello stato… Per tutte le pistole… no…” poi ecco l’illuminazione. Persona. Quegli stupidi babbani, cosi sconsiderati e poco attenti… bastava trovare un luogo giusto, non troppo distante. O magari qualche locale di cannibalismo per Nocturn Alley. Inspirò, prese a respirare profondamente. ”..Le devo un favore grosso quanto Hogwarts” mormorò grata, credendo che non vi fosse altro, insomma. Era stanca, il corpo iniziava a risentire della serata, dei mutamenti e cambiamenti, necessitava di riposo e quieta, e molto probabilmente di tanto isolamento.
     
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  12. Vanessa Seawitched
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    Evidentemente la ragazza aveva a cuore qualcuno, come tutti....prima o poi...
    "Non ho detto che devi ridurla uno straccio.." Disse cercando di calmare le preoccupazioni della sconosciuta.
    "E' come bere, se non bevi per tre giorni, basta un goccio d'acqua a farti andare fuori di testa, ma se bevi poco e spesso....." Alzò un sopracciglio guardandola, per lei era lo stesso, aveva cercato di reprimere l'istinto, il risultato? mandò in rovina un lunapark intero, spedendo quelle anime dritte nel fiume dell'inferno di Blackheart.
    "Ti bastano due o tre volte a settimana, così facendo non dovresti aver problemi, saresti sempre...sazia diciamo. Non dovresti sopravvalutare la tua resistenza, sarai anche forte quanto una roccia, ma basta colpirti nel punto giusto e vai in frantumi come cenere..." . la ragazza aveva un aria così stanca, come biasimarla, aveva ancora addosso l'odore pungente di sangue. Avrebbe scommesso che neppure a lei piacesse quell'odore nonostante la sua natura.
    Si alzò dalla poltrona, " Vieni con me.." Disse invitandola a seguirla, con accortezza prese una vestaglia dall'armadio nel corridoio e dei vestiti puliti, aveva ancora qualche abito della sorella.
    "Prendi questi..." Disse porgendoglieli, e accompagnandola fino al bagno le aprì la porta e le accese la luce. Era un bagno di medie dimensioni, una doccia all'angolo dalle pareti in vetro, una vasca modesta, dalle mattonelle viola con incastonate piccole conchiglie, oltre ai servizi infine alla parete c'era un mobiletto, era privo di specchio, tuttavia c'era intorno alla porta dei frammenti di vetro, e infine un acquario fine accanto al muro, dove Vanessa normalmente ci si specchiava, non c'erano pesci al suo interno, solo acqua.
    "Puoi darti una sistemata qui, i vestiti puoi indossarli, i tuoi sono sporchi, meglio lavarli prima di domani. Ti aspetto di la." Fece spazio alla ragazza e si voltò di spalle....Vanessa non fece caso ai vetri applicati in modo confusionario e puramente decorativi accanto all'acquario....fu un errore da parte sua....mentre si allontanava da quella stanza di spalle, quei piccoli frammenti riflettevano tutt'altro che una sinuosa e bella figura....
    Capelli color platano che leggeri come piume fluttuavano come se fosse in acqua, le vesti bianche, la pelle eterea, una figura magra, quasi scheletrica, fluttuava in quel corridoio senza peso, e senza la consapevolezza di un terribile errore.


     
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  13. Maelstorm
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    Consigli, Vanessa premurosamente scendeva nei dettagli, come una madre o una sorella maggiore, chiarendo ciò che a Helga in quel momento sfuggiva, a causa della scarsa lucidità che la reprimeva data la nottata movimentata, che sembrava non finire più. Fino a quel momento, tutto sembrava andare bene, riordinarsi con il contributo di Vanessa che non perdeva occasione per consigliarla, metterla in dritta su quella sua natura, che per quanto a metà, le aveva causato non pochi danni quella notte. Si morse il labbro inferiore, forse doveva provare. Shenzi non avrebbe accettato, ma almeno ci avrebbe provato. Da chi altro attingere se non da lei? Non si fidava e non voleva nessun altro ad Hogwarts che non fosse lei. Non aveva dato un nome a quel loro rapporto, ma la cercava alle lezioni, tra gli alunni Corvonero… Venne riportata alla realtà dalla Veela, quando la invitò a seguirla, prese dei vestiti e un vestaglia. La bionda Sinclair aggrottò la fronte, si era completamente dimenticata delle condizioni del suo abbigliamento. Abbassò lo sguardò e notò il sangue ormai asciutto sulla sua canotta e pantaloni. Prese ciò che Vanesse le porse, la seguiva intontita, senza contraddirla, e non per timore, ma ancora confusa, fidandosi a pelle della strega. L’accompagnò in un bagno, Helga ammirò l’arredamento anche di quella stanza. Nessuno specchio se non attorno alla porta e un riflesso poco nitido sull’acquario. "Puoi darti una sistemata qui, i vestiti puoi indossarli, i tuoi sono sporchi, meglio lavarli prima di domani. Ti aspetto di la.” Pochi cenni con la testa dorata, segno che aveva recepito il messaggio. ”Ci metto poco.” rassicurò mentre la guardava allontanarsi. Rimase senza parole, spaventata. Ciò che aveva tra le mani le scivolò sul pavimento, sbigottita sgranò le iridi. ” Non di nuovo!” si lamentò arretrando. Notò che il riflesso non seguiva la mezza Veela, ma Vanessa. Capì. Il sangue le si gelò nel sangue per la scoperta, eppure doveva esserle così chiaro. Complicità, protezione, salvaguardia. Si morse il labbro e raccolse gli indumenti da terra, poggiandoli su una superficie asciutta e ben lontana dal piano doccia. Non lo avrebbe detto a nessuno, sarebbe stato un altro “segreto” da mantenere. Le era tutto chiaro in quel momento. La paura iniziò a passare, e quasi si colpevolizzò dei termini usati, non aveva badato che l’altra poteva essere come lei, una Veela per intero. Capì e guardò la doccia, silenziosamente chiuse la porta, ma non a chiave. Segno che voleva fidarsi ulteriormente di lei, che anche vanessa poteva fare altrettanto. Iniziò a spogliarsi, a riporre i panni sporchi da un lato e ciò che avrebbe indossato assieme ai puliti da un altro, entrando poi in doccia. Sarebbe finita mai quella notte? Troppe cose in una volta sola. Persino uno soldato pronto a tutto sarebbe stanco e stremato a quel punto.
     
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